Hugo Boss ha archiviato il primo trimestre 2019 con vendite pari a 664 milioni di euro, +1% al netto degli effetti valutari: buone le performance in Asia (+4%) e in particolare in Cina, dove l'azienda tedesca ha registrato un incremento double digit a store comparabili.
In Europa, tra i Paesi che hanno dato più soddisfazioni spicca la Gran Bretagna, a sua volta in rialzo a doppia cifra nel canale retail, mentre la Germania risulta stabile. Male la Francia (-7%). Complessivamente, le vendite nel Vecchio Continente sono progredite del 2%.
Il tallone d'Achille sono gli States (-10%) e il Canada, anch'esso a rilento. Controcorrente l'America Latina, che mette a segno una crescita mid-single-digit.
Le notizie migliori arrivano dall'e-commerce, con un'avanzata del 26% nel trimestre attraverso il sito hugoboss.com, che compensa lo scarso dinamismo del canale wholesale.
Salta all'occhio lo scivolone del -22% dell'ebit, sceso a quota 55 milioni di euro, al di sotto delle attese degli analisti, che stimavano una cifra intorno ai 65 milioni e, a livello di fatturato, si aspettavano 669 milioni contro gli effettivi 664.
L'utile netto incassa un -31%, totalizzando 31 milioni di euro. Il ceo di Hugo Boss, Mark Langner, non si scompone, anzi rilancia: «Il riscontro brillante in Cina e il balzo nell'online dimostrano che le nostre strategie stanno andando nella giusta direzione».
«Tuttavia - ammette - il mercato statunitense si è dimostrato più debole del previsto, anche a causa dell'apprezzamento del dollaro sull'euro. Inoltre, sul risultato operativo hanno inciso gli investimenti in digitalizzazione e nella struttura organizzativa, che però saranno determinanti per migliorare l'efficienza dei costi nel corso dell'anno».
Anno per il quale la casa di Metzingen conferma l'outlook sul giro d'affari, che al netto degli effetti valutari dovrebbe aumentare mid-single-digit, grazie soprattutto al retail e naturalmente all'online, dove si intensificheranno le partnership con selezionati e-tailer. Nell'ambito dei negozi fisici è in programma il rinnovamento di diversi store a insegna Boss.
Anche gli utili dovrebbero progredire secondo i piani stabiliti, beneficiando delle misure di riorganizzazione che sono giunte a completamento nel primo trimestre e dell'efficiency program, lanciato a novembre 2018. Nello specifico, si punta a una crescita high-single digit dell'ebit.
Intorno alle 14 il titolo Hugo Boss risulta in calo di circa il 3,9%, a 59,54 euro per azione (nella foto, il cantante Liam Payne, nuovo ambasciatore del marchio Hugo, fotografato da Mert & Marcus).