RICAVI PER 1,5 MILIARDI DI EURO

Hermés perde il 6,5% nel trimestre, atteso un «forte impatto» nel secondo quarter

Dopo un mese di gennaio «molto dinamico in tutte le regioni del mondo», febbraio e marzo sono stati infettati dal coronavirus (anche se in maniera meno pesante di competitor come Lvmh e Kering), con inevitabili ricadute sul business: anche Hermès nel primo trimestre del 2020 ha accusato un calo del fatturato, sceso a 1,5 miliardi di euro, in contrazione del 6,5% (7,7% a tassi costanti) rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.

In Asia i ricavi si sono fermati a 814,5 milioni di euro, in flessione del 6,7%, con una crescita dell'1% in Giappone, che ha in parte attutito il colpo subito in Cina continentale, entrata in regime di lockdown a fine gennaio. Il Dragone ha però iniziato a rialzarsi, ha fatto sapere la griffe francese, grazie al via libera dello shopping nell'area.

Altro discorso in Europa, dove i negozi hanno saracinesche abbassate da metà marzo: il coprifuoco del commercio ha impattato con un calo del 10% sulle vendite, portando i ricavi di Hermès a 403,5 milioni di euro.

Meno marcata la riduzione negli Stati Uniti, nonostante il fermo del retail fisico e online, dove il fatturato è sceso del 6,3% a 258,5 milioni di euro.

Con boutique aperte attualmente solo in Cina e nella Corea del Sud, le vendite del secondo trimestre saranno «significativamente influenzate» da questo blocco temporaneo, ha detto Axel Dumas, che però non si sbilancia a fare previsioni sul 2020, in quanto «la portata, la durata e la diffusione geografica dell'epidemia da Covid-19 evolvono ogni giorno».

Il ceo si dice in ogni caso ottimista e fiducioso: «La solidità del nostro modello artigianale, il fascino dei nostri prodotti e gli sforzi compiuti da tutto il team – sottolinea - sono risorse chiave che ci aiuteranno a superare le incertezze causate da questa crisi».

Hermés, che nei giorni scorsi ha dichiarato di avere in cassa «liquidità sufficiente», all'assemblea di venerdì proporrà un dividendo ridotto da 5 euro per azione a 4,55 euro, mantenendo dunque invariata la quota distribuita nel 2019.

Il luxury brand ha deciso inoltre di mantenere lo stipendio base dei suoi 15.500 dipendenti in Francia e nel mondo, «senza ricorrere ad aiuti pubblici eccezionali», mentre il salario dei dirigenti sarà identico a quello dell'anno scorso, con la rinuncia a qualsiasi aumento.

a.t.
stats