Primo semestre con il freno tirato, come era prevedibile, per
Mulberry, che archivia il periodo con vendite pari a 48,9 milioni di sterline, in calo del 29%, anche se da fine settembre a fine novembre la situazione è migliorata (-19%).
Non tutti i mercati e i canali sono stati a segno meno: le eccezioni si chiamano Asia (+28%, grazie soprattutto a Cina e Corea) e online (+68%, a quota 23,4 milioni di sterline).
Le perdite dopo le tasse, tra l'altro, si sono ridotte da 9 a 2 milioni di sterline, mentre la perdita operativa è scesa da 7,8 milioni a 202mila sterline.
E' stata attuata una rigorosa strategia di contenimento dei costi, che ha comportato drastici tagli del personale (circa -25%), chiusure o ridimensionamenti a livello distributivo e il mancato rinnovo delle licenze del ready to wear e delle scarpe.
Pochi giorni fa si è parlato di Mulberry in seguito all'aumento della partecipazione di
Frasers Group nel capitale del brand, passata a quasi il 37%, dopo aver acquisito il 12,5% del marchio nel 2019: potrebbe trattarsi della prima mossa per accaparrarsi il 100% della label.
a.b.