Utile in crescita nel terzo quarter

Pvh: Larsson rafforza il management e punta a riportare in-house il womenswer

Prosegue il piano di rilancio Pvh+, avviato lo scorso aprile dal ceo Stefan Larsson. Nonostante il gruppo abbia superato le aspettative degli analisti per quanto riguarda l’utile per azione, i risultati del terzo quarter risentono delle turbolenze del mercato. Intanto il manager punta a riportare in casa la licenza del womenswear, affidata a G-III. Una mossa strategica secondo il manager.

In scadenza entro il 2027, l’intesa con G-III, con cui il gruppo ha esteso ma maggior parte dei suoi accordi di licenza per quanto riguarda i due marchi di punta negli Stati Uniti e in Canada, rappresenta circa un terzo dei ricavi globali delle licenze, che lo scorso anno hanno totalizzato 340 milioni di dollari, ma meno del 10% dei guadagni complessivi.

Riprendere in mano le redini di questo business, ha spiegato Larsson a wwd.com, consentirebbe di sfruttare al meglio il potenziale del marchio nel segmento femminile a livello di progettazione del prodotto, di assortimento, nella politica dei prezzi, nel mix di canali e nella supply chain.

Inoltre rafforzerebbe anche il rapporto di Pvh con i retailer che vendono abbigliamento e biancheria intima da uomo. Presentato lo scorso aprile, il piano Pvh+ dovrebbe traghettare il gruppo, secondo le intenzioni di Larsson, verso i 12,5 miliardi di dollari di fatturato, rispetto ai 9,2 miliardi dello scorso anno.

Un piano incentrato sul marchio e guidato dal digitale, che vede Pvh focalizzata sui prodotti di punta, coinvolgimento dei consumatori, e-commerce e un modello operativo data and consumer driven, oltre che mirato al miglioramento dell’efficienza.

Un progetto che, ha spiegato Larsson, dovrebbe ricevere una spinta questa settimana con l’arrivo di David Savman, veterano di H&M, con il ruolo di vicepresidente esecutivo e chief supply chain officer.

Ciò nonostante, le turbolenze del mercato si fanno sentire sulla trimestrale, nonostante l’utile per azione rettificato sia arrivato a 2,60 dollari, in crescita rispetto ai 2,15 preventivati dagli analisti.

I ricavi del periodo chiuso il 30 ottobre sono scesi del 2,2%, a 2,28 miliardi di dollari rispetto ai 2,33 dell’anno precedente, ma a valuta costante sono saliti del 7%. A performare meglio è Calvin Klein, con un incremento dell’1% a valuta corrente o del 9% a valuta costante. Scende del 4% invece a valuta corrente Tommy Hilfiger, con una progressione del 7% a valuta costante.

Nei tre mesi il gruppo ha riportato una perdita netta di 186,7 milioni di dollari, rispetto agli utili di 279,7 milioni dell'anno precedente.

In particolare i mesi di agosto e settembre hanno avuto un andamento brillante, mentre a ottobre è subentrato un atteggiamento di cautela da parte dei consumatori.

Nonostante il momento difficile, il gruppo ha rivisto al rialzo l’outlook per l’interro anno a 8,25 dollari per azione, in aumento rispetto agli 8 dollari previsti in recedenza.

c.me.
stats