Mentre sempre più persone sono vaccinate e tornano ad acquistare in negozio, il gruppo svedese Hennes & Mauritz archivia la semestrale con utili pari a 1,7 miliardi di corone (quasi 170 milioni di euro), dalla perdita di 3,1 miliardi di un anno prima.
Il colosso del fast fashion beneficia di un incremento delle vendite del 12% senza l’effetto cambi, che tiene conto di un +75% nel secondo trimestre.
Tra il primo dicembre 2020 e il 31 magio 2021 i ricavi si sono infatti attestati a 86,57 miliardi di corone (circa 8,5 miliardi di euro), in aumento del 4% a cambi correnti. Le vendite online, in particolare, sono salite del 39% (+47% in valute locali) arrivando a rappresentare il 385 del fatturato semestrale della società guidata da Helena Helmersson (nella foto).
Nei sei mesi i profitti lordi sono aumentati dell’89% a 25 miliardi di corone e il margine lordo è passato dal 46,3% al 53,9%.
Al momento il gruppo che controlla anche marchi come Cos, Cheap Monday, Monki, Weekday e & Other Stories mantiene temporaneamente chiusi 95 store a causa delle restrizioni legate alla pandemia. Come anticipa il management, nel mese di giugno le vendite sono aumentate del 25% in valute locali, rispetto allo stesso periodo del 2020 che portano la società verso i livelli raggiunti pre-pandemia.
Come osservato da Helmersson i consumatori acquisiti e le new entry apprezzano la combinazione di moda, prezzo, qualità e sostenibilità delle collezioni. Nel frattempo H&M continua il piano di trasformazione che include le tecnologie, l’intelligenza artificiale e la supply chain per rispondere alle crescenti aspettative dei consumatori.
Il prossimo nuovo mercato di sbocco sarà la Cambogia, nel 2022, con la formula del frachising.
Per l'intero esercizio 2021, H&M prevede di chiudere 350 store a fronte di 100 nuovi opening (-250 il decremento netto), prospettiva che probabilmente preoccupa gli investitori: intorno alle 17 le azioni del gruppo registrano un calo dell'1,59% alla Borsa di Stoccolma.