Personalità del mondo della politica, delle istituzioni, dell'imprenditoria e della moda hanno fatto il punto sulla pelletteria italiana, e più in generale sulla nostra economia, nel corso della seconda edizione degli
Stati Generali del settore, che si sono svolti il 28 giugno a Palazzo Vecchio di Firenze, due giorni prima dell'inizio del ritorno in presenza di
Pitti Uomo.
In primo piano nelle tre sessioni di lavoro alcune priorità: il potenziamento dell'export, la necessità di fare networking, la sostenibilità, le sfide legate al digitale anche a livello fieristico, per un comparto che nel 2019 fatturava 9 miliardi di euro ed è stato fortemente penalizzato dalla pandemia.
Una lieve ripresa si è registrata nel primo trimestre 2021, con un +2,8% in valore delle esportazioni sullo stesso periodo del 2020 e, in particolare, un +61% a marzo. I livelli del 2019 sono ancora lontani: il calo rispetto all'analogo periodo di due anni fa è infatti del 12%.
Tra gli interventi più pregnanti agli Stati Generali quello di
Manlio Di Stefano (sottosegretario al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale), che ha confermato l'allocazione di 1,2 miliardi di euro del
Pnrr a sostegno delle imprese, indicando la pelletteria come uno dei settori più innovativi e dinamici. «Le aziende - ha detto - devono tuttavia imparare a fare più sistema».
Di Stefano ha annunciato che verranno emessi voucher per la digitalizzazione delle imprese più piccole e meno organizzate, oltre a incentivare la consulenza da parte di digital export manager. In autunno sarà lanciata una campagna internazionale di comunicazione da 50 milioni di euro, per la ripartenza e la promozione del made in Italy.
Lucia Borgonzoni, sottosegretario al Ministero della Cultura, ha insistito sull'impegno del Ministero a proteggere il nostro savoir faire, come testimonia l'inserimento nel
Pnrr di provvedimenti a favore delle realtà creative e culturali, comprese quelle di moda e artigianato artistico.
Danny D'Alessandro, d.g. di
Assopellettieri (che ha organizzato l'evento in co-promozione con il
Comune di Firenze, insieme a
Intesa SanPaolo e al main sponsor
Baemi) ha parlato di
Mipel Lab, nuovo progetto strategico phygital che viene presentato il 30 giugno a Pitti Uomo, alla presenza di
Marco Palmieri di
Piquadro, ed è stato concepito per favorire l'incontro tra brand globali e produttori italiani.
«Si tratta di un'iniziativa - ha affermato D'Alessandro - che vede noi di Assopellettieri comportarci come una vera e propria realtà imprenditoriale. Un progetto che nel doppio sviluppo, digitale e fisico, prevede anche l'avvio di una manifestazione fieristica in collaborazione con
Lineapelle, completata da una piattaforma digitale, per la quale ci siamo avvalsi della collaborazione di
EY per la parte strategica e
Ds Group per quella tecnologica».
Sulla necessità di fare sistema è tornato
Raffaello Napoleone (a.d. di
Pitti Immagine), mentre
Andrea Calistri (vicepresidente di Assopellettieri) si è soffermato su
Miss Mipel, call to action che chiama a raccolta imprese, stilisti e scuole di formazione attraverso un tema, indicato ogni anno dal comitato moda del salone
Mipel e che dà origine a un talent.
L'ultima parola è spettata a
Franco Gabbrielli, presidente di Assopellettieri, che ha conferito un premio alla carriera a
Carla Braccialini e ha concluso: «Oggi abbiamo riscoperto il valore e il piacere di tornare a organizzare eventi fisici. Abbiamo avuto oltre 200 ospiti in presenza e diversi altri in streaming: una partecipazione importante, che testimonia quanto le aziende abbiano desiderio di confronto su progetti concreti e, soprattutto, siano alla ricerca di risposte e iniziative a loro sostegno».
Gli Stati Generali sono stati l'occasione per pubblicare i dati del primo trimestre 2021, un periodo in cui la pelletteria italiana, secondo i dati raccolti da
Confindustria Moda consultando un campione di aziende pellettiere associate, non ha ancora recuperato la normalità.
I ricavi hanno subito un calo medio del 16,5% rispetto all'anno scorso e tre imprenditori su quattro hanno ancora riferito decrementi del fatturato. La raccolta ordini è arretrata di oltre l'11% e per quattro interpellati su dieci nessun mercato estero ha manifestato finora segnali di dinamismo apprezzabili.
Detto questo, qualche segnale minimamente positivo c'è: l'export ha archiviato il quarter con un +2,8% in valore su gennaio-marzo 2020, grazie all'exploit di marzo, ma si resta sotto di 12 punti percentuali sulla stessa frazione del 2019. Il segno rimane negativo in quantità (-4,6% i chili). Positivi i flussi verso la Francia, su cui è rilevante la componente terzismo per le griffe, e le vendite in direzione del Far East (+28% in valore).
Nell'Ue post Brexit si registra un +8,1% in valore, con un andamento più dinamico se confrontato con l'extra Ue, che non va oltre un +1%, anche se la performance della Cina è stellare (+127%). Bene anche Corea del Sud (+8,4%) e Giappone (+18,3%). In recupero Hong Kong (+8,8%) e Macao (+48%), dopo i crolli del 2020. Promettente Taiwan (+42,4%).
In fase di risveglio la Russia (+25%), mentre arrancano gli States (-1,7%) e la Svizzera (-9%). Inferiori alle attese gli esiti in Emirati Arabi (+3,8%) e in discesa libera sia il Regno Unito (-49,3%) che Singapore (-29%).
Resta forte la preoccupazione per il comparto, accentuata dai dati
Inps sulla
Cassa Integrazione Guadagni: nella filiera pelle durante i primi quattro mesi del 2021 sono state autorizzate quasi 24 milioni di ore, più di otto volte e mezzo le ore di gennaio-aprile 2019, anche se in flessione del 6,8% sull'analogo periodo 2020.
a.b.