Settembre decisivo per il marchio di jeans

Gas reingrana la marcia, ora si cerca l’accordo con i creditori

Slitta da luglio al 17 settembre la decisione chiave per salvare il marchio Gas: in quella data infatti è prevista l'assemblea dei creditori della Grotto Spa, che dovrà esprimersi sul progetto di salvataggio messo a punto da Cristiano Eberle, amministratore unico della società, che da ottobre è in concordato sotto il tribunale di Vicenza. 

In azienda non se la sentono di cantare troppo presto vittoria, perché le criticità permangono, ma resta il fatto che i numeri messi a segno sono più che confortanti. Nel 2019 l'azienda ha registrato ricavi lordi per 55 milioni e un ebitda di 3,8 milioni. Nel primo trimestre 2020 i ricavi erano 11 milioni e l'ebitda 1,4 milioni.

«L'azienda oggi produce cassa. Si tratta solo di lavorare sulla marginalità ma con dimensioni più piccole», ha dichiarato alla stampa Eberle, mettendo in luce i risultati conseguiti da quando Claudio, Roberto e Giuseppe Grotto gli hanno dato mandato di risollevare i jeans Gas.

Resta da vedere come si esprimeranno i creditori a settembre: il piano prevede che saranno rimborsati al 33%, con Dea Capital (fondo della società di investimento del gruppo De Agostini) e Amco, che detengono le principali esposizioni rispettivamente di 34,6 e 12,7 milioni.

Una prima proposta prevedeva strumenti finanziari partecipativi riservati a Dea e Amco, che li avrebbe portati, in caso di conversione dei debiti, quasi al 90% dell'azionariato. 

Ora questa ipotesi non è più contemplata nel piano definitivo e i dipendenti (200 diretti e 200 dell'indotto) temono che i principali creditori possano bocciare la proposta di concordato e preferire il fallimento. Per il responso si dovrà dunque attendere il 17 settembre, nella speranza che nel frattempo si trovi un investitore.

an.bi.
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