si accentuano le incognite

La caduta del governo Draghi vista dalla moda

«Perdiamo l'unica persona che avrebbe potuto tirarci fuori dalla crisi»: Renzo Rosso, al vertice di Otb, non nasconde la sua amarezza a proposito delle manovre che hanno portato alle dimissioni di Mario Draghi. Del resto, già il 14 luglio - quando i 5 Stelle non avevano votato la fiducia sul Dl Aiuti e il premier era salito al Quirinale per presentare le dimissioni, respinte da Mattarella - twittava: «Quello che è successo oggi è una disgrazia. Il Paese pagherà cara l'irresponsablità di queste persone».

Di sicuro anche colleghi come Remo Ruffini sono rimasti per lo meno disorientati. Nel 2021 il numero uno di Moncler definiva la nomina dell’ex presidente della Banca Centrale Europea «una grossa rivoluzione. Potremmo diventare leader in Europa, con effetti benefici sulla percezione della marca Italia».

Da quelle dichiarazioni sembrano essere passati anni luce, anche se Brunello Cucinelli vede il bicchiere mezzo pieno. «Mi sento triste ma non preoccupato - rivela per esempio a wwd.com -. In 67 anni di vita ho visto avvicendarsi 64 governi e, benché sia vero che una situazione come questa possa generare insicurezza e disorientamento nei cittadini, il mio punto di vista è differente. L’Italia si avvale di un sistema politico che rappresenta la più alta espressione della democrazia tramandata dall’antica Grecia, di conseguenza non considero quello che è successo un segnale di debolezza».

«La credibilità si fa fatica a guadagnarla e si fa in fretta a perderla», riflette Stefano Beraldo, ceo di Ovs.

Dal fronte delle istituzioni del settore nei giorni scorsi si erano moltiplicati gli accorati appelli alla tenuta del governo, anche con toni accesi.

«Draghi ha la nostra piena fiducia», avevano fatto sapere Camera Moda e Altagamma, insistendo sulla necessità di portare avanti il Pnrr e dare slancio al Paese. «Serve da parte di tutti un forte senso di responsabilità, considerato che siamo un Paese con il 150% di debito sul Pil, solo uno dei numerosi problemi», aveva ricordato il presidente di Altagamma LunelliCirillo Marcolin aveva tuonato: «La fragile ripresa dell’Italia è minata da meri calcoli elettorali».

A due giorni da quelle che Massimo Gramellini sul Corriere della Sera ha definito «le Idi di luglio», la tendenza generale sembra essere verso il basso profilo.

Tuttavia, il presidente di Confindustria Moda non si sottrae a un commento. «Le dimissioni di Draghi - afferma Cirillo Marcolin - avvengono in un contesto non facile. Come rappresentanti del tessile, moda e accessorio avevamo espresso fin da subito un appello perché il governo potesse continuare nel suo operato, ma alcune forze politiche hanno deciso diversamente».

«Ciò che auspichiamo - prosegue - è che in questi mesi ci sia una continuità sugli impegni presi e che il prossimo esecutivo possa dare all’Italia la stabilità politica necessaria ad affrontare le numerose e importanti sfide che il Paese si trova davanti, a livello sia interno che internazionale». 

«Ci auguriamo fortemente che i risultati ottenuti finora possano continuare - ribadisce il presidente di Assopellettieri, Franco Gabbrielli - perché inevitabilmente questa crisi di governo e la situazione di incertezza aggiungono profonde preoccupazioni a un quadro già complesso».

Guardando le performance della moda in Borsa non emergono grandi scossoni: ieri titoli come Aeffe, Tod’s, Brunello Cucinelli e Moncler hanno mostrato incrementi e nella seduta di oggi prosegue il trend positivo.

Poco prima delle 16 Aeffe sale del 2,7%, Tod’s dell’1,9%, Brunello Cucinelli dello 0,86% e Moncler del 2,15%. In parallelo, nel pomeriggio l’indice Ftse Mib cresce dello 0,43%.

A cura della redazione
stats