Tra i primi ad annunciare la riapertura, lo scorso 20 aprile, c'era stato
Gucci, ma si trattava solo della prototipia. Oggi 27 aprile altre aziende della filiera della moda possono ripartire, anticipando la data del 4 maggio. Per esempio quelle del distretto toscano, in cui si lavorano tessuti di origine animale e vegetale, i cui scarti di lavorazione rischiano il deterioramento: per ora possono riprendere l'attività di manutenzione e conservazione.
Ma il semaforo verde, dopo uno stop che dura dal 23 marzo, scatta anche per altre realtà prevalentemente orientate all'export tra cui il tessile-moda, la meccanica per il tessile, la produzione di articoli in metallo e gomma e la chimica tessile, come elencano da
Confindustria Toscana Nord. «Il fatto nuovo e clamoroso - osserva l'associazione di categoria, in un comunicato della tarda serata di ieri, dopo la conferenza stampa del premier
Giuseppe Conte - è dato da una nota dei
ministeri dello Sviluppo economico,
della Salute e
delle Infrastrutture e Trasporti. Rivolgendosi al
ministero dell'Interno, chiarisce che il criterio con cui devono essere individuate le imprese strategiche, autorizzate a lavorare previa comunicazione alla Prefettura, va interpretato in senso estensivo e ampio». «Via libera dal 27 aprile quindi alle imprese prevalentemente orientate all'export e anche all'edilizia – proseguono gli industriali di Prato, Pistoia e Lucca - per la particolare rilevanza ai fini della tutela del territorio e del contributo all'economia nazionale. Consentendo l'attività di queste imprese si autorizzano di fatto anche quelle delle rispettive filiere, che potranno anch'esse, con comunicazione alla Prefettura, riprendere l'attività».
Secondo l'organizzazione i quattro giorni di questa settimana saranno utili alle aziende per riprendere i contatti con la loro clientela e reimpostare il lavoro. «Rimane fermo che chi riprenderà l'attività dovrà farlo dichiarando il rispetto le regole sulla sicurezza in vigore, nazionali e regionali».
Il presidente di Confindustria Toscana Nord,
Giulio Grossi, commenta: «Le aziende esportatrici che coglieranno l'occasione per riaprire hanno davanti una sfida molto impegnativa: recuperare il più possibile lo svantaggio accumulato rispetto ai concorrenti internazionali, lavorando con difficoltà organizzative molto consistenti, che limiteranno la produttività e con un forte aggravio di costi. Il nostro contatore del fatturato perso dal 23 marzo, aggiornato quotidianamente sul nostro sito, ha superato il miliardo: già questo la dice lunga sul danno che abbiamo subito».
Starebbero adottando la stessa interpretazione dei toscani le imprese tessili del distretto biellese: si prevede che il 70% delle circa 800 aziende ad alto tasso di export del territorio riaprano oggi, riattivando circa il 35% della forza lavoro, per attenersi alle nuove misure
Nel decreto firmato ieri sera dal Presidente del Consiglio Conte, il 4 maggio riaprono la manifattura, le costruzioni e il commercio all'ingrosso mentre da oggi settori come il tessile-moda possono rimettersi in moto con le "attività propedeutiche" alla riapertura di maggio. Il nuovo elenco dei codici Ateco allegato al documento comprende anche la confezione di pelle e pellicce, la fabbricazione di articoli in pelle e simili nonché comparti tra cui i mobili, il vetro e la produzione di auto. Come già si diceva, i prefetti possono autorizzare la riapertura delle attività produttive orientate in modo prevalente alle esportazioni e di quelle nel settore delle costruzioni cruciali per l'economia nazionale. Il tutto nel rispetto dei protocolli di sicurezza già siglati (l'ultimo del 24 aprile riguarda i cantieri).
e.f.