Non c’è limite alla ricerca nel mondo delle imbottiture termiche. E non solo dal punto di vista delle prestazioni, ma anche delle sostenibilità. Lo dimostrano i risultati ottenuti da Thermore, realtà fondata nel 1972 a Milano da Lucio Siniscalchi, che ha dato il benvenuto alla terza generazione della famiglia.
L’azienda, nel cui team operano anche talenti under 30 proiettati nel futuro con nuove idee e proposte, ha puntato i riflettori, alla scorsa edizione di Milano Unica, su EVOdown, un’imbottitura realizzata al 100% con fibre riciclate da bottiglie Pet post consumo.
Una soluzione che accorcia le distanze tra fibre libere e imbottiture classiche, con una mano ultra soffice e per il particolare volume delle fibre libere, in un prodotto in pezza.
Una tecnologia ibrida che consente di aumentare la produttività e facilitare la confezione, sottolineano dall’azienda. EVOdown, infatti, è costituita da due strati esterni di densità elevata, che proteggono uno interno composto da milioni di fibre libere, in grado di conferirle particolari doti di unicità.
Il risultato è un’imbottitura dalla mano morbida e leggera, con il plus di una grande facilità di lavaggio e di manutenzione.
EVOdown rappresenta un ulteriore step nel percorso verso la sostenibilità dell’azienda, che già nei primi anni Ottanta ha aperto la strada all’impiego di fibre riciclate e che oggi ha convertito oltre il 97% della propria produzione in prodotti realizzati con fibre totalmente o parzialmente riciclate.
Forte di una sua rete vendita globale e grazie alle produzioni in Far East e in Europa, Thermore dialoga con i migliori brand del settore della moda e dello sport.