sostenibilità

Lvmh entra nel cda della Fondazione per la Ricerca sulla Biodiversità

Lvmh è la prima società privata a fare il proprio ingresso nel board of directors della Fondation pour la Recherche sur la Biodiversité (Frb) in Francia. Un riconoscimento per un impegno che dura da anni.

 

Come sottolineano i portavoce del gruppo guidato da Bernard Arnault (nella foto), Lvmh sostiene la Stratégie National pour la Biodiversité, che nel Paese d'oltralpe equivale al Piano Strategico per la Biodiversità del Pianeta 2011-2020, adottato dalla Convention sulla Diversità Biologica di Nagoya.

 

Già nell'ottobre 2012, il ministro francese dell'Ecologia, dello Sviluppo Sostenibile e dell'Energia aveva premiato un progetto del colosso d'oltralpe, volto a tutelare la biodiversità da monte a valle della filiera con iniziative come quella relativa al brand Guerlain, che insieme a un fornitore dell'India del Sud ha fatto in modo che la coltivazione di una pianta utilizzata per realizzare i profumi (il vetiver) segua criteri di sostenibilità.

 

Non solo. Lvmh ha chiesto e ottenuto che la Fondation pour la Recherche sur la Biodiversité commissionasse uno studio sulla sua supply chain in campo etno-botanico, per analizzare criticamente i percorsi della divisione Profumi & Cosmetici, in un'ottica di responsabilità.

 

Senza contare l'utilizzo di cellulosa e legno provenienti da foreste certificate Fsc (Forest Stewardship Council) e Pefc (Pan European Forest Certification) per i packaging e l'arredo delle boutique e l'attenzione alla correttezza nei confronti dell'ambiente e delle comunità locali nella scelta dei partner produttivi e distributivi.

 

«Ognuna delle case di moda che fanno capo a Lvmh - sintetizza Sylvie Bénard, environmental director del player francese del lusso - ha alle spalle una cultura unica. La continuità di questi marchi si basa sul patrimonio artigianale e sull'utilizzo di materiali naturali. Non dimentichiamo che il nostro "environmental department" è stato fondato 20 anni fa».

 

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