Forte di un’offerta di interfodere caratterizzata da alta qualità nei materiali e nel design e tecnologie all’avanguardia, Chargeurs PCC chiude il fiscal year con una crescita a doppia cifra del 33,4%, portandosi a quota 220 milioni di euro, rispetto ai 164,9 del 2021. Sostenibilità, presenza globale e offerta trasversale sono i driver di crescita.
Un approccio basato sul cross selling e sulla penetrazione di nuovi mercati che ha permesso al gruppo francese di arrivare a un totale di oltre 300 milioni di metri di interfodere prodotte nel 2022. E vendute a un parterre di clienti di caratura internazionale, con Stati Uniti, Francia, Italia e Asia primi sbocchi e Sud America in sensibile rimonta.
Clienti che vanno dai brand dell’haute couture e del lusso a grandi aziende produttrici di prodotti moda in Europa e America, fino ad arrivare alle realtà di tendenza dello sportswear e athleisure, per un totale di 1.600 marchi e 7.000 clienti nel mondo.
Una presenza globale garantita da otto siti produttivi distribuiti su quattro continenti, tre centri innovazione a Parigi, Milano, New York, 30 uffici e centri di distribuzione e più di 1.000 dipendenti.
«La presenza globale e gli investimenti in soluzioni sostenibili e tecnologie innovative sono stati i driver che ci hanno permesso di consolidare la nostra leadership nel mercato, di offrire un miglior servizio e di accrescere il business», commenta Gianluca Tanzi, chairman e ceo di Chargeurs PCC (foto sotto).
Come si diceva, la sostenibilità occupa un posto di primo piano nelle strategie di Chargeurs PCC L’azienda è alla continua ricerca di implementazioni volte a ottenere una sempre maggiore riduzione di carbon footprint e rifiuti.
Emblematiche le soluzioni proposte: dalla linea sustainable 360, che offre una vasta gamma di prodotti eco-friendly alla collezione di componenti interni Nativa, realizzata con lana sostenibile e tracciabile sulla completa catena di fornitura, fino a Zero Water, la linea di interfodere ultralight, destinata all’haute couture, che non utilizza acqua nei processi di tintura (basti pensare che, nel settore, il consumo medio per tingere un chilo di tessuto è pari a 30 kg di acqua).
A proposito di mercati l’Italia, spiegano dal gruppo, è tra i primi mercati per Chargeurs. Qui, a Milano, si trova uno dei tre centri di innovazione dove, spiega una nota, «grazie all’elevato know-how ed expertise professionale i clienti possono fare test e prove per ottenere le soluzioni migliori oltre a verificare il processo di abbinamento dell’interfodera ai diversi tessuti». Nel 2006 Chargeurs PCC ha acquisito il marchio Bertero, nato nel 1907 a Vinovo in Italia, che vanta più di 100 anni di expertise nella produzione di componenti interni per abiti sartoriali.
Chargeurs PCC è parte del gruppo Chargeurs, quotato all’Euronext di Parigi e situato in Francia, che vanta una storia di oltre 150 anni.