Al contrario di quanto afferma nei suoi spot, le transazioni commerciali di Vinted non sono esenti da costi extra: con questa motivazione l’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) ha inflitto alla piattaforma lituana - che vende online vestiti e prodotti usati anche in Italia - una sanzione di 1,5 milioni di euro.
Come si apprende dal testo del provvedimento, a partire dal febbraio 2021 l’Antitrust ha ricevuto da parte dei consumatori e delle associazioni che li rappresentano svariate segnalazioni in merito a un'indicazione ritenuta ingannevole sui costi di pagamento e di spedizione dei prodotti. Molti clienti di Vinted hanno anche denunciato di aver subito il blocco unilaterale del proprio account dopo aver presentato reclamo a causa dei costi aggiuntivi imprevisti.
L’autorità ha di conseguenza avviato il procedimento istruttorio, arrivando alla conclusione che Vinted ha pubblicizzato le attività della piattaforma diffondendo informazioni giudicate dal garante della concorrenza ingannevoli riguardo ai costi reali delle transazioni commerciali e veicolando, attraverso una pluralità di mezzi pubblicitari, claim incentrati sulla gratuità delle operazioni di compravendita e sull’assenza di commissioni.
Secondo il garante la società ha omesso di indicare in modo chiaro e trasparente, nel contenuto dei messaggi pubblicitari rivolti ai potenziali clienti, l’esistenza a loro carico di costi ulteriori rispetto al prezzo di acquisto del prodotto: la commissione relativa alla “protezione acquisti” e le spese di spedizione.
Per l’Agcm a essere ingannevole è anche l’esposizione del prezzo effettivo di vestiti e oggetti commercializzati sulla piattaforma: fin dal momento della ricerca o della consultazione del catalogo Vinted non ha infatti indicato in un modo che fosse esaustivo il costo effettivo degli articoli reclamizzati, né l'esistenza e l'entità delle commissioni.
«Le condotte scorrette attuate da Vinted a partire almeno da dicembre 2020 - dichiara il comunicato diramato dall’autorità - risultano integrare una pratica commerciale scorretta ai sensi degli articoli 20, 21 e 22 del Codice del consumo, in quanto idonea a ingannare i consumatori su modalità e costi delle operazioni di compravendita eseguibili sulla piattaforma, e dunque a indurli ad assumere una decisione circa l’acquisto di un prodotto sul sito www.vinted.it che non avrebbero altrimenti preso».
La palla passa ora nelle mani di Vinted: la piattaforma dovrà comunicare all’Agcm, entro 60 giorni dalla notifica, le iniziative che avrà assunto per superare le criticità evidenziate nella delibera.
Intanto Vinted passa al contrattacco con un comunicato, in cui sottolinea di offrire un marketplace C2C facile da usare, sicuro e trasparente. «Lavoriamo incessantemente per migliorare di continuo la nostra piattaforma e i servizi - si legge - in modo da garantire ai nostri membri un'esperienza positiva. Riteniamo che il nostro servizio sia trasparente nel veicolare le informazioni relative alle commissioni e pienamente in linea con gli standard del settore».
La nota prosegue puntualizzando che da parte di Vinted c'è la massima collaborazione per cercare soluzioni condivise, come riconosciuto dall'Autorità. Precisa inoltre di fornire «molteplici e chiare informazioni relative al costo della Protezione Acquisti» durante il processo di acquisto, nella documentazione legale e nelle informative sulla piattaforma, nonché nell'advertising.
«I costi della Protezione Acquisti sono variabili - conclude il comunicato - in quanto si basano sia su una percentuale applicata al prezzo dell'articolo, che su un importo fisso. L'importo finale della commissione dipende dal prezzo dell'oggetto: poiché il nostro marketplace è basato sulla community e il prezzo può essere negoziato dagli utenti, questo importo viene calcolato al termine della transazione. Per tali motivi non concordiamo con le valutazioni dell'Autorità e faremo appello contro la decisione».
Vinted è uno dei player di maggior successo nel mercato della moda di seconda mano, il cui business a livello globale è in continua ascesa e, secondo le stime, toccherà i 290 miliardi nel 2027. La piattaforma lituana, guidata dal ceo Thomas Plantenga, ha una valutazione pari a 3,5 miliardi di euro e ha chiuso l'esercizio fiscale del 2021 con un fatturato di 245 milioni di euro.