La tessitura italiana inizia il 2018 all'insegna di un incremento della produzione (+3,2%), ma con uno scarso dinamismo delle esportazioni (-0,4%).
In base ai dati forniti da Confindustria Moda in occasione di Milano Unica, nel primo trimestre 2018 l’Italia ha esportato tessuti per 825 milioni di euro, in calo dello 0,4% rispetto allo stesso periodo del 2017. Allo stesso tempo le importazioni hanno registrato un -8,9%. Il saldo commerciale sale così di 34,5 milioni, a 433.4 milioni di euro.
I Paesi intra-Ue hanno comprato lo 0,4% in più (425 milioni di euro), quelli extra-Ue l’1,3% in meno (400 milioni).
Il primo buyer, la Germania, ha aumentato del 9,2% l'import mentre per il secondo, la Francia, l’incremento è stato del 6,1%. Fra i trend negativi spicca il -11% da parte degli Usa e il -4,8% della Cina, unito al -5,5% di Hong Kong.
I tessuti lanieri, in controtendenza, hanno registrato un aumento dell’export del 3,3%. Positivo anche l'andamento delle proposte in lino (+11%) e a maglia (+1,3%). Il segmento cotoniero accusa invece un -6,5%.
La tessitura italiana viene da un 2017 caratterizzato da una inversione di tendenza nei ricavi, saliti dello 0,5% a 7,88 miliardi di euro, dopo il -0,9% del 2016 e del 2015. Lo scorso anno l’export ha totalizzato 4,32 miliardi, +0,6% (nella foto, tessuti del Lanificio Reggiani per l'autunno-inverno 2019/2020).