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N° 21: impennata dei ricavi, con un 2014 in crescita del 60%

Partito da zero nel 2009, N° 21 di Alessandro Dell'Acqua si appresta a chiudere l'anno con ricavi pari a oltre 22 milioni, in crescita del 60% rispetto al 2013, archiviato con un fatturato a quota 14 milioni.

 

A rivelarlo è lo stilista-imprenditore di origini napoletane in un'intervista rilasciata oggi (3 dicembre) al Sole 24 Ore.

 

Ospite al quarto Master luxury and fashion management del Sole 24 Ore, davanti agli studenti Dell'Acqua ha ripercorso le tappe salienti che hanno ritmato la sua carriera professionale, partita nel 1982 a Milano alla corte di Enrica Massei, «allora una delle stiliste più famose», e proseguita con collaborazioni per griffe del made in Italy come Versace, Genny, Mariella Burani, Max Mara e Les Copains.

 

Un'esperienza che gli permette di porre le basi per il lancio del brand omonimo (di cui nel 2009 perse il diritto di utilizzo del nome a causa di traversie societarie) e di dare poi il via al secondo capitolo della sua vita, caratterizzato dal debutto di N° 21, prodotto e distribuito da Gilmar e, nel settembre 2013, dalla nomina a direttore creativo della maison francese Rochas.

 

Compiti che non si sovrappongono, secondo lo stilista, in quanto i due marchi sono riferiti a target diversi: «Gli interlocutori di N° 21 sono persone dai 20 ai 50 anni, attente alla moda, ma anche al prezzo. La donna Rochas, invece, ama spendere, è attenta ai materiali e ai ricavi».

 

Classe 1962, il designer si sofferma anche sul mancato ricambio generazionale nelle aziende italiane: «In altri Paesi i giovani stilisti hanno 25 anni - riferisce al quotidiano - in Italia no: Domenico Dolce e Stefano Gabbana, Dell'Acqua sono giovani di 50 anni». «E comunque mi fa piacere sottolineare - aggiunge - che alcuni dei giovani come Rodolfo Paglialunga e Andrea Pompilio, e altri che ora lavorano in colossi come Prada e Gucci, sono usciti dal mio staff».

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