Subito see now buy now, poi via al programmato

Philippe Model cresce e lancia l'abbigliamento. Kimberger: «Per noi sarà un vero business, non un hobby»

«Continuiamo a essere focalizzati sulle sneaker, ma sappiamo che l'abbigliamento è un'opportunità. Per ora partiamo con una capsule, ma ci sono importanti progetti di sviluppo». Anche se non ha fretta, Robert Martin Kimberger è deciso a mettere al centro della strategia di sviluppo di Philippe Model, il marchio di cui è global sales director, l'estensione dell'offerta.

Durante la Milano Fashion Week il brand di calzature di proprietà del fondo di private equity 21 Invest - che fa capo ad Alessandro Benetton - ha presentato una mini collezione di pezzi essenziali (T-shirt, felpe, hoodie, pantaloni e una military jacket), subito pronti a essere venduti nei monomarca di Philippe Model, sull'e-shop e in una trentina di multimarca tra Italia, Francia e Germania.

«Per il primo lancio - spiega Kimberger - e anche per il successivo ci affideremo al concetto di see now buy now. Questo ci consente di entrare nel mercato in punta di piedi, ma in prospettiva vogliamo iniziare a lavorare sul programmato. La volontà del brand è di espandersi e conquistare nuove fette di mercato. Per noi l'abbigliamento non vuole essere un hobby, ma un vero e proprio business».

In fase di lancio il progetto abbigliamento avrebbe dovuto riguardare esclusivamente i canali diretti di Philippe Model (monomarca e e-shop), ma l'apertura al wholesale è stata sollecitata dai clienti stessi: «Sono stati i nostri partner a spingerci a questo ampliamento dell'offerta. L'80% dei nostri clienti sono abbigliamentisti e sono stati loro a confermarci che sul mercato c'era interesse verso un progetto di casual street come il nostro».

Per Philippe Model, che nel 2021 ha registrato vendite vicine ai livelli pre-Covid e prevede un 2022 in sensibile crescita, l'abbigliamento segue a ruota quello legato al bambino, partito in house e recentemente affidato in licenza ad Andrea Montelpare.

«Un passo importante - conclude il manager - che da un lato ci ha permesso di sviluppare la linea junior, grazie al know how di un'azienda specializzata, e dall'altro ci ha consentito di usare risorse interne per sviluppare l'abbigliamento».

an.bi.
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