SUL BRAND PESA UN DEBITO DI 600 MILIONI

Un cavaliere bianco per Brooks Brothers: in arrivo 20 milioni di prestito

Una boccata d'ossigeno per Brooks Brothers, uno dei tanti retailer minati alle fondamenta dallo tsunami Coronavirus.

Dopo che nei giorni scorsi il brand – su cui pesa un debito di circa 600 milioni di dollari – ha reso noto di essere intenzionato a chiudere definitivamente le sue tre fabbriche negli Stati Uniti, la società di consulenza, ristrutturazioni e investimento Gordon Brothers gli ha teso una mano con un prestito a termine garantito di 20 milioni di dollari.

Già da mesi si vocifera che l'azienda capitanata da Claudio Del Vecchio, quest'anno arrivata al traguardo dei 202 anni di attività, avesse preso in considerazione l'ipotesi di una vendita: voci poi confermate dal mandato alla banca d'investimento PJ Solomon. Ma indiscrezioni di questi giorni parlavano anche di un destino peggiore, quello della bancarotta: ipotesi che per il momento, dopo l'intervento di Gordon Brothers, sarebbe scongiurata.

«Siamo entusiasti di fornire una soluzione di capitale per uno dei marchi di abbigliamento americani più iconici oggi sul mercato - ha dichiarato Ramez Toubassy, ​​presidente dei marchi di Gordon Brothers -. Con un'eredità di oltre 200 anni e ampia affinità con i consumatori, Brooks Brothers è un marchio che è posizionato per prosperare a lungo termine».

Gordon Brothers, fondata nel 1903, ha rilanciato marchi come Polaroid, Wet Seal, Jonathan Adler, Rockport e Bombay & Co. e da poco ha venduto Bench, l'etichetta streetwear britannica, al suo licenziatario con sede nel Regno Unito, Apparel Brands Ltd.

Di recente ha anche acquisito un altro iconico marchio di moda: la catena britannica di abbigliamento e articoli per la casa Laura Ashley.

a.t.
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