sul quarter pesa l'arretramento in europa

Michael Kors a segno più ma delude gli analisti

Vendite in aumento del 9,3% nel secondo trimestre dell’esercizio fiscale 2019 per Michael Kors Holdings, che ha totalizzato 1,25 miliardi di dollari, con un contributo da parte di Jimmy Choo - entrato in portafoglio un anno fa - pari a 116,7 milioni.

Delusi gli analisti di Wall Street, che si aspettavano performance migliori in Europa, calata del 10% a 643,9 milioni di dollari.

Va detto che nel Vecchio Continente è in atto una strategia selettiva sui prodotti in distribuzione sul mercato, in un'ottica di upgrading generale in cui rientra la recente acquisizione di Versace.

L'utile lordo aziendale ha superato i 763 milioni di dollari con un margine lordo del 60,9%, contro i precedenti 690,8 milioni con il 60,2% di margine lordo.

L'utile netto si è attestato sui 137,6 milioni di dollari, equivalenti a 0,91 dollari per azione, scivolando dai precedenti 202,9 milioni.

Complessivamente stabili i ricavi retail del brand Michael Kors, pari a 643,9 milioni di dollari, ma con un decremento a store comparabili del 2,1% o dell'1,3% a cambi correnti. Rallentamento anche sul fronte wholesale, con un -1,3% a 457,8 milioni di dollari. Il business Michael Kors Licensing ha accusato un -6,8%, a 35,4 milioni di dollari.

L'utile operativo, nel caso di Michael Kors Wholesale, si è portato da 119,6 a 130,1 milioni di dollari, con un margine operativo del 28,4%, dal precedente 25,8%. Alla voce Licensing, è sceso da 10,5 a 9,8 milioni di dollari. Lieve aumento per il margine operativo, dal 27,6% al 27,7%.

Quanto a Jimmy Choo, il turnover di 116,7 milioni di dollari «ha segnato un rialzo double digit rispetto a quando il brand non era ancora in capo alla nostra società», si legge in una nota.

Nei sei mesi il fatturato di Michael Kors Holdings ha fatto un balzo del 22%, a 2,4 miliardi di dollari.

Per l'anno fiscale il management si aspetta di raggiungere un giro d'affari di circa 5,12 miliardi di dollari, con Jimmy Choo a 580-590 milioni. Movimenti valutari sfavorevoli penalizzeranno Michael Kors, previsto in discesa «low single digit». Migliorate le aspettative sul margine operativo, approssimativamente intorno al 18,2%.

Commentando i dati, John D. Idol (nella foto), chairman e ceo di Michael Kors Holdings - che cambierà il nome in Capri Holdings - ha accennato al deal che ha portato in casa Versace, per una cifra intorno ai 2 miliardi di dollari.

«Con questa operazione - ha affermato - siamo arrivati a costruire uno dei più importanti gruppi del lusso al mondo in un solo anno, gettando le basi per un'accelerazione delle vendite e degli utili. Per noi questo è un momento storico». 

a.b.
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