Trimestrali

Hermès cresce del 7,2% e taglia i prezzi in Cina

Imaxtree

Hermès archivia il secondo trimestre con una crescita del 7,2% dei ricavi a 1,46 miliardi di euro, sostenuta da Europa, Asia (Giappone escluso) e Americhe.

A cambi costanti, il gruppo del lusso ha realizzato un incremento dell'11,6% rispetto all'analogo periodo del 2017, mentre la media degli analisti sentiti da Reuters si aspettava un +10%.

L'azienda ha specificato in una nota che a fine giugno l'impatto negativo delle fluttuazioni dei cambi sulle vendite è stato di 165 milioni di euro.

Nel quarter Hermès ha realizzato un +7,7% in Europa (+9,9% in Francia), un +6,4% in Asia (nonostante la crescita zero in Giappone) e un +7,3% nelle Americhe, dove sta intensificando le aperture.  

Nella prima metà dell'anno le vendite sono state pari a 2,85 miliardi di euro, in aumento dell'11% a cambi costanti e del 5% a cambi correnti, con un +11% a cambi costanti nei monomarca.

Sempre con riferimento al semestre, la divisione Goods and Saddlery ha messo a segno un +8% a cambi comparabili. Da notare che la capacità produttiva si sta incrementando, grazie anche all'apertura della Manufacture de l'Allan lo scorso aprile. Balzo in avanti del 17% per il Ready-to-Wear, mentre alla voce Silk and Textiles si parla di un +7%.

Progrediscono a doppia cifra (+15%) i profumi, trainati dal successo di fragranze come Terre d'Hermès e Twilly d'Hermès, mentre gli orologi avanzano del 9%. In ottima salute le altre divisioni - Jewellery, Art of Living ed Hermès Table Arts -, con un +24%.

Nonostante le incertezze geopolitiche, economiche e monetarie mondiali, l'outlook a medio termine è positivo, all'insegna di un'ulteriore crescita a cambi costanti (nella foto, la sfilata autunno-inverno 2018/2019 della griffe).

Come riporta Reuters, il management stima per la prima metà dell'anno utili oprativi vicini ai livelli record di un anno prima (i risultati completi saranno pubblicati il 12 settembre). Il periodo dovrebbe beneficiare anche del capital gain derivante dalla vendita dello store di Hong Kong. Parlando di Cina, il chief executive Axel Dumas ha detto che l'area è cresciuta a due cifre come gli anni precedenti, a dimostrazione che il brand al momento non soffre dell'incertezza macroeconomica e delle tensioni della Repubblica Popolare con gli Usa. Secondo Dumas una guerra commerciale sarebbe negativa per tutti: «Preferirei non ci fosse. Nel caso, non penso saremo i primi a esserne colpiti». Il ceo ha inoltre reso noto che da luglio Hermès ha tagliato i prezzi in Cina del 4%, dopo la decisione del governo cinese di diminuire i dazi alle importazioni.

     

e.f.
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