Dopo un trimestre in crescita del 22%

Levi's non teme i venti di guerra e conferma l'outlook per l'anno

La guerra in Ucraina e lo scenario complesso non fanno paura a Levi Strauss &Co, che ha appena archiviato i primi tre mesi del fiscal year con una crescita significativa, superando le stime di Wall Street. Il big del jeanswear conferma dunque l'outlook per l'anno, prevedendo un aumento dei ricavi a due cifre.

Nei tre mesi, il fatturato del big di San Francisco è aumentato del 21,8% a 1,59 miliardi di dollari, rispetto alla stima media degli analisti di 1,55 miliardi di dollari.

I problemi legati alla catena di approvvigionamento hanno tagliato la top line di circa 60 milioni di dollari, mentre il dollaro forte e le conversioni valutarie hanno impattato con altri 38 milioni di dollari in meno.

L'utile netto è aumentato del 37,4% a 195,8 milioni di dollari, o 48 centesimi per azione diluita, rispetto ai 142,5 milioni, o 35 centesimi, di un anno prima. I profitti rettificati sono saliti del 35% a 189 milioni di dollari.

I ricavi direct to consumer sono aumentati del 35%, grazie ai negozi fisici e all'e-commerce, mentre il giro di affari digital globale è salito di circa il 16% e ha rappresentato un quarto del business totale.

Per l'anno, Levi's prevede ancora una crescita dei ricavi compresa tra l'11% e il 13% in un intervallo compreso tra i 6,4 miliardi e i 6,5 miliardi di dollari. L'utile per azione rettificato dovrebbe passare da 1,50 a 1,56 dollari, rispetto agli 1,47 dell'anno scorso.

Come ha sottolineato il ceo Chip Bergh i suoi marchi, tra cui Levi's, Dockers e la neonata Beyond Yoga, sono tutti «in buona salute».

Grandi in particolare sono le aspettative per quanto riguarda Beyond Yoga, che rappresenta una sfida in un terreno nuovo per il player statunitense.

c.me.
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