Nuovo capitolo nella querelle tra
Lvmh e
Tiffany. Alcuni giorni fa il gioielliere americano aveva avviato un'azione legale nei confronti del colosso d'oltralpe, dopo che quest'ultimo aveva annunciato che il ministero degli Affari Esteri francese
Le Drian gli chiedeva tramite una lettera di rimandare la transazione per l'acquisto di Tiffany oltre il 6 gennaio 2021, vista la minaccia degli States di imporre dazi su una gamma di prodotti made in France, inclusi cosmetici e borse.
La società guidata da
Alessandro Bogliolo aveva allora accusato l'azienda di Arnault di non aver preso in tempo le misure necessarie per portare a termine un deal da 16,2 miliardi di dollari, facendolo di fatto sfumare. «Voi non avete gestito bene il vostro business durante i mesi più duri del Covid», aveva ribattuto Lvmh.
Ora il ministro francese dell'Economia,
Bruno Le Maire, fa alcuni chiarimenti sull'operato di Le Drian, difendendo di riflesso il patron di Lvmh,
Bernard Arnault. «Le Drian - afferma - ha preso la giusta decisione, dovendo tutelare gli interessi nazionali». Come si legge sui media, Le Maire risponde con un «No comment» alle insinuazioni secondo le quali Arnault avrebbe fatto pressioni sul ministro, affinché scrivesse la lettera.
C'è chi insinua che dietro le manovre di Lvmh ci siano mire precise: accaparrarsi Tiffany a un prezzo inferiore oppure orientarsi verso un'operazione che, allo stato attuale, sembra più conveniente.
A cura della redazione