L'impatto del coronavirus pesa sui conti di Vf Corporation: la multinazionale cui fanno capo, tra le altre, le label Vans, Timberland e The North Face, prevede di chiudere il fiscal year 2020, terminato il 28 marzo, in calo del 18%.
Il gruppo calcola che le entrate derivanti da operazioni continue si attesteranno tra 11,3 e gli 11,4 miliardi di dollari. Un risultato che corrisponde a una flessione del 17%-18% rispetto al precedente anno fiscale, archiviato a 13,8 miliardi di dollari.
Lo scorso 23 gennaio le prospettive erano ben diverse: si parlava di ricavi in aumento del 5%, a quota 11,75 miliardi di dollari. Ma in sole cinque settimane sono andate in fumo vendite per 450 milioni di dollari.
Nel conteggio sul fatturato rientrano le attività legate all'abbigliamento da lavoro, che l'azienda intende dismettere, come già annunciato, tanto è vero che al momento sarebbe alla ricerca di potenziali acquirenti.
In concomitanza con la pubblicazione dei risultati del quarto trimestre e dell'intero anno, il gruppo conta infatti di escludere il risultato operativo legato a questo comparto dalle continuing operations.
In flessione anche il risultato operativo, che dovrebbe scendere a 1 miliardo/1,1 miliardi di dollari, rispetto agli 1,2 miliardi dello scorso anno, sempre compreso il business del workwear.
Intanto la multinazionale si sta muovendo per vendere le obbligazioni e utilizzare i proventi per rimborsare i prestiti, nell'ambito delle sue obbligazioni senior rinnovabili non garantite.
Un segnale che il mercato dei crediti è ancora funzionante - almeno per le società più forti -, anche se il dettaglio deve fronteggiare l'incubo dei negozi chiusi e dei mercati in crisi.
Vf ha dichiarato di avere riaperto i suoi negozi nella regione Asia-Pacifico, dove il traffico sta aumentando, anche se è nettamente al di sotto rispetto allo scorso anno.
Nella foto, proposte di Timberland.