Showroomprivé diventa socio di The Bradery con una quota del 51%, che potrà essere estesa alla totalità del capitale entro il 2026. Non è noto il valore di questa acquisizione, anche se sul web circola l’ipotesi che si tratti di un investimento di 10,2 milioni di euro, tutto finanziato con la liquidità della società.
Come ha spiegato il ceo di ShowroomPrivé, David Dayan, l’operazione permetterà un upgrading. Gli utenti potranno infatti avere un accesso diretto a un'offerta ampliata nella moda di alta gamma e si potranno creare delle sinergie fra brand e consumatori. Ma all’e-commerce delle vendite private interessano anche altri aspetti. «The Bradery - ha spiegato Dayan - dispone di una community più giovane, complementare alla nostra».
Fondata nel 2018, con sede a Parigi, la piattaforma conta una community di più di 200mila e-shopper abituali e oltre 400 marchi partner. Il fatturato stimato per il 2021 è di 50 milioni di euro. Il portale si rivolge in particolare ai giovani consumatori che seguono i marchi della moda premium. Il suo cliente medio ha un’età di 27 anni e un carrello medio di circa 100 euro.
Showroomprivé, che è una piattaforma generalista, si è già specializzata con Beauté Privée (beauty). Con più business complementari all'attivo, l’idea del management è diventare un punto di riferimento nello smart shopping.
I fondatori di The Bradery, Edouard Caraco e Timothée Linyer resteranno in carica con l’obiettivo di raddoppiare entro tre anni il gmv (gross merchandise value), attualmente di 30 milioni di euro. Il suo mercato principale è la Francia ma ha iniziato l’espansione in Spagna e Belgio.
Nel 2021 ShowroomPrivé ha totalizzato 723,8 milioni di euro di ricavi, in aumento del 3,8% sull’anno prima. Lo scorso marzo il management ha previsto una diminuzione del fatturato del primo semestre 2022 e una maggiore pressione sulle condizioni di acquisto, che andranno a incidere sui margini. Sul periodo dovrebbero impattare le incertezze sui livelli delle scorte, le interruzioni della catena di approvvigionamento in alcuni settori, un’offerta debole nel segmento della moda e problemi di trasporto. «La penuria di scorte - hanno ipotizzato dall’azienda francese - dovrebbe essere riassorbita dal secondo semestre, ma rimaniamo vigili sull'aumento dei prezzi delle materie prime e sull'evoluzione del contesto macroeconomico e geopolitico, che potrebbero influire sui margini».