Una sorta di consacrazione per il big del lusso capitanato da Bernard Arnault. Nella giornata di ieri Lvmh ha conquistato la prima posizione nelle Borse europee, battendo Nestlé: la capitalizzazione del colosso francese è arrivata a 271 miliardi di euro contro i 265 della multinazionale elvetica.
Un traguardo che porta l’ammiraglia del lusso, con i suoi 76 marchi, a rappresentare il 15% circa del valore dell’intera Borsa parigina, quattro volte di quanto valeva dieci anni fa.
In base all’analisi riportata dall’agenzia AFP, il titolo di Lvmh è salito di oltre il 33% dal 30 ottobre, per chiudere l’anno con un incremento di quasi il 24%, a 510,90 euro. Dal primo di gennaio, inoltre, ha guadagnato quasi il 5%.
A favore delle griffe di Arnault ha giocato un ruolo determinante la Cina: da Wuhan sono partiti i primi contagi di quella che sarebbe presto diventata una pandemia in grado di mettere in ginocchio tutti i mercati. Ma se il Dragone è stato il primo a subire i contraccolpi dell’emergenza sanitaria, è stato anche il primo a ripartire.
«Le azioni dei marchi di lusso e di Lvmh in particolare – ha riferito all’agenzia Régis Bégué, direttore della gestione azionaria di Lazard Frères Gestion – sono diminuite all’inizio dell’epidemia poiché essa sembrava provenire dalla Cina. Ma il percorso del mercato azionario alla fine riflette abbastanza bene la situazione sanitaria, in quanto nel 2020 ci siamo resi conto che l’epidemia non si è mai diffusa in modo significativo in nessun Paese dell’Asia. Di conseguenza, la dinamica commerciale è rimasta molto forte in quell’area e per i gruppi del lusso, che sono molto esposti in questa regione, ciò si è tradotto in un percorso borsistico notevole».
Il gruppo Lvmh è riuscito infatti a cavalcare la ripresa asiatica nella seconda metà del 2020, dove (Giappone escluso) ha registrato entrate in aumento del 34% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
L’accelerazione dell’e-commerce ha inoltre consentito alla holding – che ha portato a termine il tribolato deal con Tiffany - di attutire la flessione delle vendite e della redditività causa pandemia e di affacciarsi al 2021 con un «cauto ottimismo».
Lvmh ha chiuso il fiscal year a quota 44,7 miliardi di euro, in calo del 17% rispetto al 2019. Nel quarto trimestre la flessione si è attutita, cedendo il 3% dei ricavi, rispetto a una diminuzione di 7 punti percentuali nel terzo quarter, del 38% nel secondo e del 17% nel primo.
In particolare la divisione "moda e pelletteria" ha realizzato una crescita a due cifre nel quarto trimestre, così come era già avvenuto nel terzo.