La pandemia ha inferto un duro colpo al gruppo Pvh, che lo scorso 3 maggio ha archiviato il primo trimestre del fiscal year un calo del 43% dei ricavi, scesi a 1,34 miliardi di dollari, rispetto ai 2,36 miliardi dell'analogo periodo di riferimento. «Ma il gruppo è forte ed è pronto a ripartire», è il commento del presidente e ceo Emanuel Chirico (nella foto).
Sulla défaiilance del colosso statunitense pesano anche gli oneri legati al fallimento di Jc Penney e alcune acquisizioni fatte in passato dalla società, tra cui la porzione di Calvin Klein legata al deal con Warnaco.
Nel periodo il gruppo ha totalizzato perdite nette per 1,1 miliardi di dollari, rispetto all'utile netto di 81,6 milioni di dollari nell'analogo periodi di riferimento.
A perdere più terreno è stato Calvin Klein, con un -46% nel periodo, risultato di un declino del 54% in Nord America e del 40% a livello internazionale.
Per Tommy Hilfiger la flessione delle vendite è stata del 39%, frutto di un decremento del 51% in Nord America e del 32% oltreconfine.
Notevole anche la flessione della divisione Heritage Brands, che ha perso il 47% delle entrate.
In sensibile aumento, come è stato per tutti durante il lockdwon, sono state le vendite online, che hanno messo a segno un +47%, in grado di bilanciare in parte l'impasse nei negozi fisici del gruppo, chiusi in media per un periodo di sei settimane durante il trimestre.
Ma il ceo e presidente Emanuel Chirico guarda avanti con ottimismo: «Nel corso di quasi 140 anni di storia abbiamo affrontato con successo molte sfide economiche e geopolitiche. Sono fiducioso di riuscire a superare con successo questa crisi».
La società prevede che entro la metà di giugno l'85% dei negozi sarà riaperto e ha sottolineato che, sebbene il sell out del secondo trimestre sia a oggi in calo di circa il 25% a livello globale, «le tendenze del traffico e delle vendite migliorano di settimana in settimana».
Tuttavia, il gruppo non ha fornito dettagli più specifici in merito alle prospettive per il secondo trimestre o l'intero esercizio fiscale 2020.
Nelle ultime settimane è stata introdotta una serie di misure di contenimento dei costi, agendo su assunzioni, riduzioni salariali e contrazione dell'orario di lavoro, nonché sull'eliminazione o sulla riduzione di una serie di spese operative, tra cui marketing, viaggi, servizi di consulenza, costi creativi e di progettazione.