Un’altra vittima del Covid

Furla Usa ricorre al Chapter 11

Anche Furla Usa alza bandiera bianca. La filiale americana dell’azienda bolognese di pelletteria e accessori ha chiesto la protezione del Chapter 11 presso la Corte fallimentare di New York, con l’intento di ridurre il debito e riorganizzare gli investimenti nelle vendite online e nel commercio all’ingrosso.

L’istanza di fallimento giunge dopo quasi un anno in sofferenza, iniziato con una flessione del 67% del giro d’affari nel primo trimestre del 2020 e poi ulteriormente compromesso dal tracollo dei consumi causa pandemia.

Dato che i prodotti del marchio "sono di lusso, vengono considerati spesso come acquisti discrezionali e gli acquisti discrezionali dei consumatori sono diminuiti a causa dell'improvvisa crisi economica post-Covid-19", ha dichiarato in tribunale Elena Moncigoli, amministratore delegato di Furla Usa.

L’azienda di proprietà della famiglia Furlanetto, che è entrata nel mercato americano nel 1989 e oggi è titolare di 14 negozi nell’area (di cui otto sono outlet), ha comunicato l’intenzione di rescindere il contratto di quattro contratti di locazione, relativi ai negozi di Aventura Mall nella zona di Miami, Copley Place a Boston, Houston Premium Outlets a Cypress (Texas) e Roosevelt Field Mall a Long Island a New York.

Furla Usa (che ha contribuito per il 7% ai ricavi 2019 del gruppo) ha stimato inoltre di avere circa 80 creditori e mutuatari a cui deve 2 milioni di euro.

a.t.
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