Uniqlo cresce solo all’estero

Fast Retailing: +9% l’ebit, in linea con le attese

Grazie a Uniqlo International e al marchio GU, il gruppo giapponese Fast Retailing chiude l’esercizio con profitti record.

Nel fiscal year terminato il 31 agosto il gruppo ha totalizzato ricavi per 2,29 trilioni di yen (circa 19,3 miliardi di euro), in aumento del 7,5% rispetto all’anno fiscale precedente. L’ebit ha raggiunto i 257,6 miliardi di yen (+9,1%, circa 2,2 miliardi di euro), sostanzialmente in linea con le previsioni degli analisti sentiti da Reuters, mentre i profitti sono saliti a 162,5 miliardi (+5%).

Il risultato annuale beneficia in primis del contributo delle vendite all’estero di Uniqlo. L’insegna, che in settembre è arrivata anche in Italia, con un opening a Milano in piazza Cordusio, ha realizzato all’estero 1 trilione di yen di giro d’affari (+14,5%), registrando un +16,8% del risultato operativo (a 138,9 miliardi). I mercati in cui il brand cresce a cifra doppia sono la Greater China e il Sud-Est asiatico.

Anche il marchio low cost GU si è distinto nel fiscal year per un incremento dei ricavi del 12,7% (a 238,7 miliardi) e un +139% dell’ebit (a 28,1 miliardi).

Invece in Giappone Uniqlo ha segnato un +0,9% del fatturato (a 872,9 miliardi) e un -13,9% dell’ebit (a 102,4 milioni).

In flessione anche la business unit Global Brands, che accusa un -2,9% delle vendite (a 149,9 miliardi), soprattutto per effetto delle deludenti performance di Comptoir des Cotonniers, Princesse tam.tam e J Brand, mentre cresce la label Theory.

Per il nuovo esercizio il gruppo nipponico prevede una crescita dei profitti del 6,7% a 275 miliardi yen, mentre nelle proiezioni degli analisti raccolte da Refinitiv l’incremento medio atteso è del 15% (nella foto, un look della collezione Uniqlo U Fall-Winter 2019/2020).
e.f.
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