Uno spazio che fonde sei immobili per un totale di 10mila mq.

Dior vola verso i 10 miliardi e Beccari svela la ristrutturazione di avenue Montaigne

La suite riservata ai clienti più affezionati è solo una delle grandi novità portate dalla ristrutturazione (curata da Peter Marino) dell'immobile parigino al 30 di avenue Montaigne, storica sede parigina di Dior e da oggi anche il suo più grande negozio al mondo.

La ristrutturazione, che è durata oltre due anni coinvolgendo in tutto sei edifici trasformati in un building di otto piani per 10mila metri quadrati complessivi, simboleggia le ambizioni di crescita di Lvmh per Dior, ormai prossimo al traguardo dei 10 miliardi di fatturato.

«Dobbiamo creare qualcosa che nessuno sarà mai in grado di copiare o imitare»: sono questo le parole che il ceo della maison Pietro Beccari (nella foto) dice di aver usato per convincere Bernard Arnault a investire nel progetto, di cui non ha voluto dichiarare l'entità al Financial Times. «I sogni non hanno prezzo», ha commentato il manager italiano in vista dell'apertura al pubblico, fissata tra pochi giorni.

Il negozio, che Beccari definisce «l'universo di Dior», ospiterà le collezioni donna e uomo, il salone e l'atelier di haute couture, quello di alta gioielleria, un ristorante e una pasticceria. Al 30 di avenue Montaigne, inoltre, ci sarà spazio anche per un museo di 2mila metri quadrati, dedicato alla storia della maison.

Una ristrutturazione che dimostra quanto tutte le categorie di prodotto siano cresciute da quando alla guida della griffe c'è Beccari, affiancato da Maria Grazia Chiuri che disegna la collezione donna e da Kim Jones, stilista della linea uomo.

Sebbene Lvmh non riveli i risultati dei singoli marchi, secondo la banca d'investimento Stifel, citata dal Financial Times, Dior avrebbe più che raddoppiato le sue vendite, da 2,9 miliardi di euro nel 2018 a 6,2 miliardi di euro nel 2021.

Il business dei profumi e cosmetici, gestito separatamente, avrebbe generato ricavi per 3,2 miliardi di euro l'anno scorso, più o meno lo stesso di prima della pandemia.

Secondo Stifel, quindi, sommando moda e bellezza, Dior sarebbe a un passo dal divenire un "megabrand", che nel lusso significa poter contare su di fatturato annuo di oltre 10 miliardi di euro. Traguardo raggiunto finora solo da Louis Vuitton e  Chanel e a cui ambiscono da tempo anche Gucci ed Hermès, entrambi a un soffio dal traguardo.

an.bi.
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