L’americana VF Corporation (The North Face, Timberland e Vans, tra i marchi) archivia con un +12% dei ricavi e un +91% degli utili il bilancio di un anno di trasformazione, che tiene conto di varie acquisizioni e disinvestimenti.
La società guidata da Steve Rendle (nella foto) ha chiuso per la prima volta il bilancio al 31 marzo con 13,85 miliardi di dollari di fatturato. Escluse le acquisizioni (per esempio il workwear Williamson-Dickie), i ricavi sono aumentati del 7%.
Il segmento active è salito del 16%, grazie anche al +24% di Vans, mentre l’outdoor ha registrato un +9%, beneficiando di un’analoga performance di The North Face e del +5% del fatturato delle acquisizioni.
L’utile operativo a 12 mesi del gruppo quotato a New York è aumentato del 10% a 1,7 miliardi di dollari e i profitti netti sono passati da 659 milioni a 1,26 miliardi di dollari.
Nell’ultimo trimestre le vendite nette si sono attestate a 3,2 miliardi (+6%), in linea con le stime degli analisti (fonte Ibes/Refinitiv) mentre l’utile operativo è diminuito a 194 milioni (-37%). L’utile netto è quasi dimezzato a 128,8 milioni di dollari.
In aprile l’azienda ha annunciato lo scorporo del business jeans (marchi Wrangler, Lee e Rock & Republic), confluito nella newco Kontoor Brands, che sarà quotata separatamente a Wall Street e su cui VF non manterrà alcun interesse, oltre a mettere a segno altre operazioni e acquisizioni.
Nelle stime del management il nuovo fiscal year dovrebbe terminare con un turnover fra 11,7 e 11,8 miliardi di dollari, in aumento fra il 5% e il 6% (escludendo dal confronto le acquisizioni e i disinvestimenti). L’outdoor, in particolare, è atteso in progresso fra il 4% e il 5%, mentre l’active dovrebbe salire fra il 6% e il 7%.
Gli utili adjusted del gruppo sono previsti fra 3,30 e 3,35 dollari per azione, in crescita fra il 15% e il 17% escluso Kontoor Brands.