«Il trimestre appena concluso ha visto la nostra società tornare a un risultato positivo». Così Stefano Beraldo, ceo di Ovs ha commentato l'andamento delle vendite del secondo trimestre dell'anno (maggio-luglio) che, ad eccezione dei primi 18 giorni, ha coinciso con la progressiva riapertura dopo il lockdown e che ha visto il gruppo tornare a un risultato positivo, con vendite in flessione solo del 18% per oltre 273 milioni di euro.
Segnali di ripresa che fanno ben sperare per il secondo semestre, dopo che le vendite totali del primo semestre dell’esercizio 2020/2021 (Ovs chiude il bilancio il 31 gennaio) si sono attestate ad 376 milioni di euro, in calo del 42,2% rispetto al medesimo periodo del 2019.
Particolarmente incoraggianti i dati registrati dalle vendite online di Ovs e Upim, che nel periodo preso in considerazione sono balzate del +80%: «Puntiamo per l’intero 2020 a realizzare circa 12 milioni di fatturato nel solo sito ovs.it, all'insegna di una crescita di circa il 50% sull’anno precedente», commenta Beraldo in una nota.
«La nostra strategia di presidio multicanale e multi area geografica - aggiunge Beraldo - ci pare tanto più interessante, quanto più in linea con l’evoluzione prevedibile nei comportamenti dei consumatori nel post Covid: non solo più digitale, ma anche più consumi di prossimità. In entrambi i casi ci siamo».
La contrazione delle vendite è stata simile nei canali diretti e in franchising, mentre il brand Upim ha registrato un calo leggermente inferiore a quello di Ovs per effetto da un lato della maggior presenza in piccole aree di attrazione e, dall’altro, di una minor presenza nei centri città più grandi, questi ultimi penalizzati da una minor affluenza rispetto al consueto a causa della chiusura degli uffici e del calo del turismo.