Nelle scorse settimane il management di Zalando aveva tracciato le coordinate delle strategie future, annunciando di voler investire di più e in modo più mirato nelle partnership con i brand, nel contesto delle nuove strategie a lungo termine dell'azienda da 5,4 miliardi di euro di ricavi nel 2018, +20% sul 2017.
In quest'ottica rientra la decisione, annunciata oggi, di interrompere dal primo aprile l'attività di zLabels, realtà fondata quasi 10 anni fa all'interno della società per presidiare il business delle private label.
La piattaforma tedesca dell'e-commerce continuerà a vendere 11 private label, focalizzate per quanto riguarda l'abbigliamento sui cosiddetti everyday essentials, integrati da scarpe e accessori: si tratta di Anna Field, Even & Odd, Friboo, Fullstop, Kiomi, Mint & Berry, Pier One, Twintip, Your Turn, Zalando Essentials e Zign.
Come si legge in un comunicato, «un numero significativo dei 550 dipendenti impiegati finora in zLabels verrà spostato nella sede della divisione Zalando Fashion Store oppure avrà la possibilità di ricoprire all'interno di Zalando posizioni analoghe a quelle maturate finora».
«Abbiamo numerosi talenti nel team di zLabels ed è molto importante per noi mantenerli nella nostra famiglia - ha voluto chiarire il co-ceo David Schneider -. Vogliamo riunire sotto lo stesso tetto le private label e i brand partner».
Schneider ha motivato questa svolta con il cambiamento dei tempi e, di conseguenza, delle priorità di Zalando: «Quando abbiamo lanciato zLabels nel 2010 - ha affermato - lo abbiamo fatto per riempire gli "spazi bianchi" nell'assortimento, in modo che la clientela trovasse prodotti che non erano presenti nell'offerta dei brand partner».
«Puntando su una strategia che ci connota come piattaforma e non come semplice e-tailer - ha proseguito Schneider - continuiamo a introdurre nell'offerta nuovi marchi, per sintonizzarci al meglio con le richieste dei clienti. Per questo tutto va ridefinito in base a nuovi criteri, compreso il discorso private label» (nella foto, i co-ceo di Zalando: da sinistra, David Schneider, Robert Gentz e Rubin Ritter).