Remo Ruffini scommette sul fattore umano e riunisce a Milano, domani 4 luglio, 450 impiegati da tutto il mondo per il suo primo hackathon, da cui scaturiranno idee innovative per il futuro di Moncler. L'obiettivo è dimostrare che l'unione di più menti, unita a una cultura digitale, rappresenta un importante generatore e acceleratore di innovazione.
Come riferisce wwd.com, riuniti in uno spazio industriale nel capoluogo lombardo, gli addetti di Moncler si esprimeranno su nove aree strategiche, che vanno dal prodotto all'It, dalla supply chain alla sostenibilità, fino all'Accademia interna del marchio, nata dal primo Moncampus lanciato lo scorso anno, focalizzato sul training di giovani talenti.
Alla fine della 24 ore, che punta a fare leva sullo spirito di collaborazione tra la forza lavoro, i progetti saranno giudicati sulla base dei criteri di desiderabilità e impatto a livello di business.
Nella location milanese il tempo sarà scandito dall'immagine digitale di una foresta che si popolerà di alberi nell'arco delle 24 ore del contest: un rimando ai 2mila alberi che saranno piantati nei boschi di Comacchio e Sala Baganza, in Emilia Romagna, con la collaborazione dell'associazione ambientalista AzzeroCO2.
«Il mondo sta cambiando a un ritmo mai visto e le aziende devono essere più flessibili e disponibili a esplorare nuovi orizzonti - ha dichiarato Remo Ruffini a wwd.com -. Per me il Moncler Hackathon è una combinazione dei tre più importanti driver di questo paradigma del cambiamento: una mentalità aperta all'innovazione, la cultura digitale e la cross-collaborazione».
«Ho sempre pensato - ha aggiunto - che non sia sufficiente avvalersi delle tecnologie più avanzate per essere considerati degli innovatori. La tecnologia è importante, ma è soprattutto uno strumento. La differenza la fanno le persone».
Nella foto, un outfit di Moncler della Fall-Winter 2019-2020