Al posto di François-Henri Pinault

Helena Helmersson, ceo di H&M Group, diventa co-presidente di The Fashion Pact

New entry nel comitato direttivo di The Fashion Pact, l’iniziativa in favore del clima e della biodiversità sostenuta da Kering. Helena Helmersson, ceo di H&M Group, ne è diventata co-presidente, succedendo a François-Henri Pinault, che esce dopo il completamento del suo mandato di tre anni, ma che resta nel comitato direttivo.

Helmersson affiancherà l’altro co-presidente Paul Polman (rieletto per un altro mandato di tre anni) ed Eva von Alvensleben, direttrice esecutiva e segretaria generale di The Fashion Pact, nel comitato direttivo dell'iniziativa.

Siglato nel 2019 in occasione del G7 di Biarritz in Francia alla presenza del presidente Macron e con e il sostegno di Pinault, ceo e presidente del gruppo Kering, il Fashion Pact è un accordo tra i grandi marchi della moda che si sono impegati per una produzione più sostenibile, mirando a tre su obiettivi comuni: l’attenzione ai cambiamenti climatici, la preservazione della biodiversità e la salvaguardia degli oceani.

All’epoca erano state 32 aziende le aziende globali del settore della moda e del tessile a sottoscrivere l’accordo: nomi come Adidas, Bestseller, Burberry, Capri Holdings Limited, Chanel, Ermenegildo Zegna, Giorgio Armani, lo stesso H&M Group, Hermès, Inditex, Karl Lagerfeld, Kering, Matchesfashion.com, Moncler, Nike, Prada Group, Puma, Pvh Corp., Ralph Lauren, Salvatore Ferragamo e Stella Mccartney. Una schiera cresciuta fino a comprendere oggi 63 firmatari.

Come ha spiegato Helmersson in un’intervista rilasciata a wwd.com, «l'industria della moda ha il potere di diventare una forza per il cambiamento. Sono orgogliosa ed entusiasta di assumere questo ruolo per continuare a costruire sul grande lavoro che è stato fatto e a collaborare per raggiungere i nostri obiettivi».

«L'ambizione per i prossimi tre anni - ha aggiunto - è ampliare le nostre attuali aree di interesse, come l'attuale progetto di cotone a basso impatto ed esplorarne il potenziale, per estenderne la portata ad altri materiali. Inoltre, miriamo a stabilire percorsi industriali volti a misurare e proteggere la biodiversità».

La manager ha dichiarato di volere spingere il mondo della moda a livello globale verso una legislazione più severa, con un focus sulle emissioni.

In linea con l'Accordo di Parigi, The Fashion Pact assicura che i firmatari fissino e mantengano obiettivi di riduzione delle emissioni di carbonio su base scientifica per contrastare l'aumento della temperatura globale

Gli obiettivi includono il raggiungimento del 100% di energia rinnovabile in tutte le proprie operazioni entro il 2030 e la garanzia che il 25% delle principali materie prime abbia un impatto climatico inferiore entro il 2025.

Per la conservazione degli oceani si punta all'eliminazione della plastica non necessaria negli imballaggi business-to-consumer sempre entro il 2025 e a garantire che almeno la metà di tutti gli imballaggi in plastica contenga il 100% di contenuto riciclato (entro il 2025 per il B2C ed entro il 2030 per il B2B).

Quanto alla biodiversità, singoli progetti sono già stati completati entro la fine del 2020, mentre da qui al 2025 è in primo piano il sostegno alla deforestazione zero e alla gestione sostenibile delle foreste.

H&M da tempo relaziona sui suoi progressi in termini di sostenibilità e tuttavia non è stata esente da accuse di greenwashing, inclusa una recente azione legale collettiva negli Stati Uniti, che alla fine la società ha vinto.

c.me.
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