CAUSE ANCORA PENDENTI

Caso Byblos-Vanzo: le precisazioni di Manuel Facchini

Il 16 maggio è uscita su fashionmagazine.it la notizia che il Tribunale di Milano ha rigettato l’azione risarcitoria promossa da Byblos nei confronti di alcuni manager tra cui Enrico Vanzo, riferita ai tempi in cui quest’ultimo era direttore generale del brand.

I fatti si riferiscono in particolare al biennio 2018-2019: nell’aprile 2018, infatti, Manuel Facchini (nella foto), ceo e direttore creativo di Byblos, aveva assunto il controllo diretto del brand, staccandosi dall’azienda di famiglia, e portato a bordo Vanzo come direttore generale.

Nel 2019 la società, ora nel pieno di un rilancio che ha riportato Byblos sotto i riflettori, aveva chiesto l’ammissione al concordato preventivo, che il Tribunale di Milano aveva concesso nel 2020: Vanzo e altri executive erano stati accusati da Facchini di averlo tenuto all’oscuro di un buco di bilancio e da qui era scaturita una causa nei loro confronti.

Nei giorni scorsi sono arrivate le precisazioni dello stesso Facchini, che entra a gamba tesa sulla notizia in questione. In particolare, l'imprenditore e i suoi legali sottolineano che il Tribunale di Milano ha sì rigettato un’azione risarcitoria promossa da Byblos Srl, ma «senza entrare nel merito». «La causa - si legge - è stata rigettata su presupposti formali e non sostanziali». La carenza di prova non permetterebbe alle condotte in contestazione alcuna oggettiva connotazione di negligenza o violazione dei rispettivi doveri contrattuali.

In altri termini, «la scelta da parte di Byblos Srl di non ricorrere in appello della sopracitata azione è dettata dal fatto che ci sono altri giudizi ancora pendenti, molto più rilevanti sia in termini penali che di risarcimento del danno contro Vanzo e gli altri manager, scelti e coordinati dallo stesso Vanzo».

Il documento inviato da Facchini cita in particolare un procedimento penale all’interno del quale il Pubblico Ministero, letti i numerosi atti d’indagine (tra cui l’interrogatorio di Vanzo), «ne ha chiesto il rinvio a Giudizio per il reato di truffa aggravata», facendo riferimento a «molteplici contratti simulati, sottrazioni indebite, trasferimenti di fondi» per una cifra che supererebbe, secondo quanto riporta Facchini, 1,5 milioni di euro.

Quest'ultimo sottolinea inoltre che «attualmente è pendente innanzi al Tribunale di Venezia una causa civile, con cui si richiede a Vanzo il risarcimento dei danni derivanti dal compimento di atti gravemente dolosi e colposi ai danni della società Byblos Srl, per un importo di 4.750.000 euro».

C’è in ballo anche una causa di lavoro: le domande formulate da Enrico Vanzo nei confronti di Byblos Srl, legate alla cessazione del rapporto di lavoro, «sono state vittoriose per Byblos Srl in quanto rigettate dal Tribunale di Milano sia in primo grado che in appello», conclude Facchini. 




 

A cura della redazione
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