«Il momento - precisa Stefano - è particolare e ci impone di seguire un protocollo di sicurezza specifico, ma lo facciamo con piacere. Ciò non significa rinunciare a raccontare la nostra creatività. Per questo stiamo scegliendo, di volta in volta, il format e il mezzo più adatto a presentare le nuove collezioni».
Sempre il 2 e sempre a Palazzo Vecchio, ma in serata e nella Sala del Cinquecento, è fissata la sfilata dedicata alle collezioni maschili. Protagonisti pezzi unici, accompagnati da accessori e oggetti realizzati dalle botteghe artigiane della città.
Il calendario degli appuntamenti prosegue il giorno successivo nel giardino all'italiana di Villa Bardini, con la sfilata di Alta Moda femminile. Il 4 settembre, archiviati gli eventi fashion, è prevista un'esperienza food nella modernissima Cantina Antinori nel Chianti.
«Siamo innamorati dell'Italia: da sempre investiamo le nostre energie per sostenerla e farla conoscere al mondo. Il Made in Italy è un valore e va sostenuto», aggiungono Stefano e Domenico nel lungo botta e risposta sul numero 6 della nostra testata.
«La moda - precisano - ha bisogno di positività e di fare sistema. Speriamo che uniti si possa guardare al futuro, dando al settore l'attenzione che merita, sia per sostenere la filiera produttiva, sia perché la moda stessa è una delle massime espressioni della creatività italiana».
Ma per Dolce&Gabbana non si tratta "solo" di puntare su artigianato e tradizione. «La tecnologia e l'e-commerce avanzano e non possiamo prescinderne», osservano. Ai due stilisti il dualismo tra fisico e digitale non piace, forse perché oggi più che mai nessun cliente è monocanale: entrambi vedono una grande complementarietà dei canali, un aspetto che la crisi ha accentuato.
«Retail ed e-commerce, oggi più che mai, devono muoversi in modo parallelo e alimentarsi a vicenda - riflette Stefano Gabbana -. Per sostenere le nostre boutique, sin dall’inizio della pandemia, abbiamo lavorato alla realizzazione di video-tutorial nei quali i commessi raccontano le collezioni e danno numerose informazioni sul prodotto al cliente finale. Li abbiamo sperimentati in Cina e poi estesi ad altri mercati: il riscontro è stato molto positivo».
Sul numero di Fashion attualmente in edicola, consultabile anche in versione e-paper su fashionmagazine.it, è pubblicata l'intervista completa ai due designer italiani.