Al museo dell’Ara Pacis di Roma, una decina di artigiani del gruppo parigino hanno replicato in diretta, con mosse sapienti, l’arte di realizzare una cravatta, di stampare un carré - con la tecnica “a quadro piano” o ”a quadro alla lionese” - e di confezionarlo, con l’orlo “frullato”. Ma c’erano anche l’esperta della pelletteria, che realizza le celebri Kelly bag, il guantaio (nella foto), l’orologiaio fino all’artigiana della selleria (il business delle radici del brand) intenta a mostrare il punto sellaio.
Numerose le code per accedere all’evento, che ha attratto tanti giovani e, tra questi, molti studenti delle accademie di costume e moda. Durante la settimana del festival sono state circa 400 le presenze alle tre conferenze in calendario, incentrate sull’innovazione e la trasmissione del saper fare.
Mentre stanno pr avvicinarsi alla quarantina le edizioni in giro per il mondo, Hermès dietro le quinte trasloca da Roma per prepararsi a due nuove tappe, questa volta in Cina: dal 25 al 30 luglio sarà a Xiamen, nella costa sud-est della Cina e dal 7 al 12 agosto a Xi’an, nella Cina Centrale.
«L’iniziativa ha estremo successo in ogni tappa del suo percorso - spiega Guillaume de Seynes, direttore generale Pôle amont et participations di Hermès International, in un’intervista appena pubblicata sul n.5 di Fashion -. Le persone sono molto interessate all’evento, a parlare con gli artigiani, percepire la loro passione e l’orgoglio per l’attività che svolgono. Credo che ad attrarre i visitatori nel mondo sia il riscoprire lo human touch e l’essere umano che si celano dietro un oggetto».