Piero D’Angelo ha vinto la terza edizione dell’Imagining Sustainable Fashion-Isfa Award 2023, premio istituito da Connecting Cultures e C.L.A.S.S. con l'obiettivo di creare nuovi immaginari visivi e modelli di comunicazione innovativi nella moda sostenibile.
Il designer ottiene un premio di 3mila euro grazie all’iniziativa della fondazione presieduta da Anna Detheridge, che promuove un approccio alla sostenibilità attraverso le arti visive, la moda, il design, e di C.L.A.S.S. (Creativity Lifestyle And Sustainable Synergy), piattaforma creata da Giusy Bettoni specializzata in ricerca, formazione, marketing e comunicazione, nell'ambito dei materiali smart.
Sostenitori principali sono le fibre Roica e Bemberg di Asahi Kasei, a cui si affiancano i project sponsor Supreme Green Cotton di Varvaressos con Ecosensor di Asahi Kasei.
D'Angelo ha colpito la giuria di esperti con il progetto “Grow Your Couture”, selezionato tra gli otto finalisti che hanno spiccato tra i 110 lavori inviati.
Nel suo progetto di comunicazione il creativo immagina uno scenario futuro in cui sarà possibile coltivare i propri vestiti attraverso organismi viventi come i licheni, capaci di assorbire l’inquinamento.
Ma il progetto vuole anche comunicare un ritorno alla natura e soprattutto alla cura e alla protezione nei suoi confronti. Infatti, attraverso un kit, l’utente non è un semplice fruitore della moda, ma prende parte al processo di cura e creazione del capo. L’idea di D’Angelo cambia le prospettive nella progettazione, produzione e utilizzo, proponendo non solo un prodotto, ma anche un sistema per collaborare con la natura, anziché inquinarla o sfruttarla.
Il creativo 36enne è laureato in Fashion Womenswear al Royal College of Art di Londra e in Textile Design alla Central Saint Martins e la sua ricerca è focalizzata sulle biotecnologie nel settore della moda. Nel 2022 ha fondato uno studio di Fashion & Textile Design, sperimentando un approccio multidisciplinare sull’importanza dei materiali naturali e del Biodesign. Dal 2018 al 2022 è stato residente e poi product researcher & developer presso Open Cell (Biotech Research Park), una biotech start-up community di Londra. Nel 2015 ha ottenuto il Dorothy Waxman Textile Design Prize ed è stato semifinalista del Lvmh Prize nel 2020.
«Con questo progetto - ha spiegato - voglio incuriosire e far riflettere, mettendo in discussione la nostra attuale concezione della moda. Un invito a esplorare terreni poco conosciuti come l’uso del Biodesign e la sua declinazione nel campo della moda e a far emergere un diverso approccio che apra le porte a scenari finora inimmaginabili».
Livia Caliopi Biro e Sara Consalvo hanno invece vinto lo special social contest indetto tra gli otto finalisti dell’award con il progetto “This is not abstract” risultato il più votato dai follower del profilo Instagram di C.L.A.S.S..