Le aziende italiane di abbigliamento infantile continuano a crescere ma a ritmo più lento. Nel 2018 il giro d’affari è arrivato a 2,93 miliardi di euro, in aumento del 2,3% nelle stime di
Confindustria Moda. Nel 2017, invece, l’incremento era stato del 3,6%.
Il valore della produzione, che quantifica l’attività produttiva in Italia, al netto della commercializzazione di prodotti importati, ha segnato un +0,8% a 978 milioni di euro.
Sul fronte export invece arrivano segnali di ulteriore progresso: +6,5% la variazione annuale a 1,17 miliardi, dopo il +5,9% dell’anno prima. Anche le importazioni continuano a crescere ma dello 0,9% (a 1,8 miliardi). Il saldo della bilancia commerciale risulta pertanto negativo per 630 milioni, dal precedente sbilancio di 685 milioni.
Il dettaglio sulle principali destinazioni estere del childrenswear italiano, circoscritto al solo abbigliamento per neonati (l’unico per il quale si possono isolare le voci doganali di pertinenza), mostra che nei primi nove mesi del 2018 la moda bébé ha superato i 153 milioni (+28,8%), sostenuta dai capi delle maggiori griffe della moda.
Il Regno Unito ha raddoppiato le importazioni, arrivando a coprire il 17,5% dell’export settoriale, contro rispettivamente il 12,2% e il 9,4% di Germania e Francia. La Spagna si colloca fra questi due Paesi buyer con una quota dell’11,8% (-0,4 punti rispetto alla quota del medesimo periodo del 2017). In calo le vendite in Russia (-17,1%), che nel gennaio-settembre 2017 era tornato a crescere del 6,3% e in Grecia (-10%).
e.f.