Nel 2019 la produzione di calzature in Italia ha registrato un incremento dell’1,3% in valore, a 7,96 miliardi di euro, mentre le paia prodotte sono diminuite del 3,1% nelle elaborazioni di Confindustria Moda per Assocalzaturifici (nella foto, Siro Badon, presidente di Assocalzaturifici).
A fronte di un trend sfavorevole sul mercato interno, il settore ha registrato un aumento dell’export in valore del 6,8% a circa 9,6 miliardi di euro. La performance si spiega con il buon andamento dei brand dei gruppi internazionali del lusso, che realizzano le calzature in Italia.
Non a caso il primo Paese di destinazione è la Svizzera, per il suo tradizionale ruolo di piattaforma logistica delle griffe.
In base ai dati dei primi 10 mesi del 2019, l’export in Unione europea ha registrato un incremento del 3,6% in valore mentre le vendite extra-Ue hanno evidenziato un +10,9%.
Il saldo commerciale del comparto calzaturiero nell’anno resta attivo per 4,88 miliardi di euro, e in aumento del 10,3% rispetto al 2018.
Quanto alla spesa delle famiglie italiane, nel 2019 è scesa del 2,3% secondo il Fashion Consumer Panel di Sita Ricerca: un dato preoccupante, dopo due anni in cui la flessione si è mantenuta sotto il punto percentuale e tenendo conto che per le imprese nazionali il mercato domestico è la terza destinazione più importante dopo Francia e Spagna.
L’analisi per merceologia evidenzia che la spesa è in crescita solo i modelli sportivi/sneaker (+1,5%), e mentre subiscono contrazioni sensibili i modelli classici da uomo e le scarpe donna, dove tengono polacchini e stivali alti. In lieve arretramento il comparto bambini-ragazzi.