Appello alla Federal Trade Commission

La moda Usa chiede che il riuso tessile entri nelle Guide anti-greenwashing

Una serie di marchi della moda, organizzazioni e attivisti negli Stati Uniti sono preoccupati per la revisione in corso delle Green Guides della Federal Trade Commission statunitense, l'organismo con sede a Washington che tutela i consumatori.

Le Guide Verdi sono datate 1992 e non vengono riviste dal 2012, ma realtà tra cui il marchio di womenswear sostenibile Reformation, il ready-to-wear e swimwear Mara Hoffman e la società di consulenza Custom Collaborative temono che la revisione non prenda in considerazione i rifiuti tessili e il loro riciclo, come riporta Vogue Business.

Si tratta di una collettiva di 23 firmatari che ha rivolto un appello alla Federal Trade Commission, affinché includa una considerazione mirata sul riutilizzo e riciclaggio dei rifiuti tessili nel suo aggiornamento dei claim sostenibili.

Le guide ecologiche della Federal Trade Commission sono state concepite per contrastare il greenwashing nel caso di tutti i beni di consumo (non solo la moda), aiutando gli operatori del marketing negli Stati Uniti a evitare di fare affermazioni ambientali che possano trarre in inganno i consumatori.

In sintesi delineano i principi generali per la formulazione di dichiarazioni di marketing ambientali e il modo in cui i consumatori possono interpretarle. Inoltre, elencano i modi in cui gli operatori del marketing possono comprovare e qualificare le affermazioni, per evitare di ingannare gli acquirenti.

Tra i principi generali che le guide applicano a tutte le dichiarazioni di marketing ambientale c’è quello per cui lo stato del prodotto e le avvertenze devono essere chiari, evidenti e comprensibili.

Le indicazioni devono specificare se si riferiscono al prodotto, al suo imballaggio o a una parte del prodotto o dell'imballaggio. Inoltre non devono esagerare, direttamente o indirettamente, un attributo o un beneficio ambientale. Se un marchio fa un'affermazione fuorviante, ci sono chiare conseguenze, come divieti pubblicitari e multe.

Dal momento che il fenomeno del greenwashing dilaga anche in Europa, lo scorso marzo l’Unione europea ha pubblicato una proposta per una direttiva, la Green Claims Directive, per i prodotti venduti in Europa. L’obiettivo è far sì che i consumatori ricevano informazioni ambientali sui prodotti affidabili, comparabili e verificabili e alimentare la competitività delle aziende relativamente alla sostenibilità ambientale dei loro prodotti e della loro attività.

Nella foto, la sede della Federal Trade Commission a Washington
e.f.
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