Via via che si inasprisce il conflitto Russia-Ucraina, sale la schiera dei gruppi della moda e del lusso che decide di fermare le vendite nel Paese di Putin.
Dopo Burberry, è di oggi la notizia che anche Hermès ha deciso di sospendere le sue attività commerciali nella Federazione russa. Il luxury brand francese, che domani pomeriggio sfila a Parigi con il womenswear per il prossimo inverno, ha tre boutique sul territorio, tutte concentrate a Mosca, ma se si pensa a prodotti come le fragranze la sua diffusione è molto più capillare.
Per l'alto di gamma mondiale, come stimato oggi da Bain & Company, la Russia rappresenta una quota di mercato esigua, circa il 3-4% delle vendite totali del comparto.
Nel mondo degli orologi, il produttore svizzero Swatch Group (Longines, Tissot e Omega, tra i marchi in portafoglio) ha messo in pausa le spedizioni nella nazione, ma mantiene operativi la controllata Swatch Group Russia e i negozi nel Paese restano aperti.
Tra i player delle vendite online che hanno sospeso l’export ci sono Yoox-Net-a-Porter e Farfetch, che si aggiungono ad Asos e Boohoo, come riportato ieri da fashionmagazine.it.
Nello sportswear Nike pochi giorni fa aveva annunciato di avere fermato le vendite online, dicendo che non può garantire le consegne, e ora fa sapere di voler chiudere momentaneamente anche gli store, a gestione sia diretta che in franchising. Puma ha messo uno stop alle consegne, benché i suoi 100 store al momento restino aperti, mentre Adidas - che è sponsor tecnico della Nazionale russa - ha sospeso la sua partnership con la Federcalcio nazionale.
Tra i department store, Marks & Spencer ha detto di avere stoppato le spedizioni al business russo del suo franchisee turco, data la crisi umanitaria in corso dopo l'invasione dell'Ucraina. In più sta sostenendo il popolo ucraino con la donazione, tra le altre, di 1,5 milioni di sterline all’Unhcr e all’Unicef.
Nel fast fashion, dopo la svedese H&M, anche la catena spagnola Mango si è fatta sentire, annunciando la chiusura temporanea dei suoi 55 negozi a gestione diretta e del sito di vendite online in Russia. Sul territorio conta 120 punti vendita, oltre la metà dei quali in franchising, e 800 dipendenti. I suoi 14 store in Ucraina si sono fermati il 24 febbraio, con l'inizio della guerra.