Non potendo più uscire di casa se non per lo stretto necessario, le persone di ogni età trascorrono molto tempo tra le mura domestiche, utilizzando i media tradizionali e nuovi in modo massiccio.
A seconda delle fasce di età le preferenze sono diverse e il
Coronavirus Research Report di
Global Web Index le ha catalogate, analizzando le abitudini di circa 4mila utenti statunitensi e britannici dai 16 ai 64 anni, l'80% dei quali ha notevolmente intensificato la propria attività su social, tv, canali di intrattenimento e quant'altro nelle settimane di lockdown.
C'è comprensibilmente fame di informazione, con il 68% del totale alla ricerca di aggiornamenti sul coronavirus e la sua evoluzione e con una punta del 71% per quanto riguarda i Millennials (24-37 anni), contro il 54% dei Boomers (57-64 anni). Il 69% della Gen X (38-56 anni) e il 67% della Gen Z (16-23 anni) sono molto sensibilizzati sul tema.
Andando per ordine, emerge in questo periodo di quarantena una spiccata propensione (51%) della Gen Z a guardare video online. Il 38% si collega alle web tv o a programmi in streaming, il 28% ascolta musica sempre su Internet e il 31% si dedica ai videogame. Solo il 21% si appassiona alla stampa online. Meglio (26%) il music streaming.
Passando ai Millennials, trascorrono il loro tempo soprattutto guardando video online (44%), online TV e streaming (41%), giornali e riviste sempre sul web (36%), televisione (35%, contro per esempio il 24% della Gen Z), ascoltando musica in streaming (35%) e, come gli under 23, giocando ai videogame (31%). Sono, in pratica, molto fluidi nelle loro scelte.
La percentuale trascorsa davanti alla TV cresce con l'età: il 45% della Gen X non ne fa a meno e, a differenza delle generazioni nate dopo, apprezza anche la radio (36%, contro il 17% della Gen Z e il 26% dei Millennials). Non perde tuttavia di vista il web: video (35%), online tv e streaming (38%), giornali e riviste online (31%). Scarso l'interesse per i videogame (19%).
Per finire, i Boomers, ossia i 57-64enni: in questo caso la percentuale relativa a chi guarda la TV è ancora più elevata (42%), a discapito di tutto il resto. Basta dare un'occhiata alle percentuali: gli ascoltatori della radio non vanno oltre il 15% e un altro 15% legge giornali e riviste online. Si scende all'11% per i video, al 10% per i videogame e al 7% per la stampa fisica, che comunque appassiona poco anche le altre fasce di età: le percentuali sono infatti in questo caso del 7% per la Gen X, del 19% per i Millennials, del 9% per la Gen Z. Tra i Boomers il 24% si collega con l'online TV, ma una percentuale analoga non segue proprio nulla.
Da notare che solo il 24% del campione esaminato dal Global Web Index in questo periodo va alla ricerca sui media di proposte scontate da parte dei brand. I più interessati in questo caso sono i Millennials (28%). Solo il 16% si interessa alle tendenze moda e relative occasioni d'acquisto: la fascia tra i 24 e i 37 anni è ancora quella relativamente più ricettiva, con il 23%.
La fiducia nelle informazioni condivise sui social risulta complessivamente più alta rispetto a quella riservata non solo al confronto con amici e familiari, ma anche alle fonti governative. Risulta più bassa, invece, di quella relativa a ciò che si sente in radio o nei siti di notizie.
Circa un terzo degli esponenti della Gen Z sta infine prendendo in considerazione di sottoscrivere un abbonamento a
Netflix o, in seconda battuta, a
Disney+. Nel caso di Netflix, non sorprende il fatto che le serie che stanno avendo più successo siano quelle che parlano di pandemie e simili.
A cura della redazione