un sondaggio di Bernstein e Promise Consulting

Luxury shopping attitude: meglio del previsto in Cina, problemi in Francia

Nel tentativo di misurare i progressi verso la normalizzazione dopo il Covid-19, gli analisti del lusso di Bernstein, capitanati da Luca Solca (nella foto), con la società di consulenza e ricerche di mercato Promise Consulting, hanno avviato una serie di indagini per misurare l’attitudine allo shopping di lusso in alcuni mercati chiave, Cina in testa.

Da un primo survey che ha coinvolto 600 cittadini cinesi ad alto reddito nelle prime due settimane di marzo, gli esperti traggono conclusioni incoraggianti. «Tra i risultati – spiega Solca - emerge che lo shopping di lusso in Cina è meno deteriorato di altre attività mondane, come andare al ristorante o in un centro commerciale. Tenuto conto della bassa frequenza, lo shopping di lusso è considerato migliore rispetto al 70% delle attività indicate come benchmark e risulta al settimo posto tra le attività con più probabilità di rimbalzo».

In Francia emerge invece un forte peggioramento nello stesso periodo, che corrisponde a prima che l’Esagono avviasse il lockdown. Oltralpe l'acquisto di prodotti di lusso è visto come una delle attività con la più bassa probabilità di sviluppo, dietro soltanto ai viaggi all'estero e alle uscite in città. Lo shopping di beni di alta gamma risulta la seconda attività più impattata negativamente fra tutte quelle monitorate. In prospettiva, nella seconda metà di marzo, l'acquisto di prodotti di lusso risulta la quarta attività con meno probabilità di tornare alla normalità.

Tornando in Asia, gli analisti invitano a distinguere fra "vendite in Cina" e "spesa cinese". «Si sa - dicono - che i cinesi acquistano una parte significativa dei loro prodotti di lusso al di fuori della Cina continentale. Questo è uno dei motivi per cui l'interruzione dei viaggi influenza significativamente il settore in modo negativo».

Un rapido e forte rimbalzo della spesa cinese all'interno dei confini nazionali fa ben sperare quindi, ma solo fino a un certo punto: gli acquisti in madrepatria dovranno rimbalzare notevolmente, affinché le società di beni di lusso recuperino completamente la spesa dei cinesi all’estero, attualmente pari a zero.

Stando ai report di Altagamma, le vendite nel Paese del Dragone dovrebbero quasi triplicare, per compensare la mancata spesa cinese fuori dai confini nazionali. Dovrebbero invece raddoppiare, considerando le principali aziende analizzate da Bernstein.
e.f.
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