«Nei prossimi quattro anni i giovani saranno responsabili del 180% della crescita dell'alto di gamma. Se otto anni fa i consumatori erano prevalentemente americani ed europei di una certa età, oggi sono estremamente giovani e nel 2025 uno su due è previsto essere asiatico. Questo stravolge tutte le logiche dei nostri settori».
A dichiararlo è stata
Stefania Lazzaroni, direttore generale
Altagamma, in occasione della prima tappa del roadshow
Imprenditori d'Italia di
EY a Firenze, come riporta l’agenzia
Ansa.
«I brand della moda - ha aggiunto - dovranno guardare a due visioni quasi contrapposte: da una lato i mercati stabili e consolidati e dall'altra i mercati in forte espansione in cerca di un prodotto contemporaneo e dinamico, ma entrambi vogliono la qualità e la sostenibilità».
Tra gli interventi anche quello di
Brunello Cucinelli: «C’è voglia di rifiorire, voglia di rinascita spirituale, etica, civile ed economica – ha detto l’imprenditore del cashmere -. Possiamo immaginare che il dolore sia stato un grande maestro di vita. Ora secondo me dobbiamo tornare a vivere in armonia con il creato».
Parlando di sostenibilità nella moda,
Niccolò Ricci, ceo di
Stefano Ricci, ha sottolineato l'importanza «di avere dei maestri che possono insegnare ai giovani a fare un mestiere. Noi abbiamo una scuola interna per tramandare queste arti, che altrimenti sarebbero perse».
«La forza dell'Italia - ha rimarcato
Franco Gabbrielli, presidente di
Assopellettieri - non è solo la qualità, è il nostro quotidiano, l'artigianalità. La borsa italiana è un prodotto che viene da un ambiente familiare».
Francesca Lusini, presidente di
Peuterey, ha evidenziato che la «filiera della moda è fragilissima» e per sostenerla durante il Covid «abbiamo dato continuità agli ordinativi dei fornitori e degli artigiani e permesso di rendere l'invenduto, perché ci siamo resi conto di quanto fosse importante fare squadra».
Concorde
Attila Kiss, amministratore delegato del gruppo
Florence: «Abbiamo creato un modello dove salviamo l'eccellenza, ma compensiamo le fragilità mettendo insieme, in gruppo, gli imprenditori». «Insieme - ha concluso - si pùò fare di più e noi abbiamo tantissime aziende che vogliono aderire».
A cura della redazione