L’insegna tedesca Galeria Karstadt Kaufhof, da tempo in difficoltà, è costretta a chiudere 52 dei suoi 129 grandi magazzini sparsi in tutta la Germania. L’operazione mette a rischio 4mila dipendenti e circa 300 posti di lavoro tra la sede sociale di Essen, nella Renania Settentrionale-Vestfalia (Germania Ovest) e i servizi informatici.
Come riportano le agenzie, il gruppo (nella foto, il department store di Düsseldorf) promette di offrire a questi dipendenti l’ingresso in un'altra azienda. Galeria, sotto procedura di salvaguardia dal novembre 2022, intende avviare una prima fase di chiusure il 30 giugno, mentre la seconda sarà il 31 gennaio 2024.
Il retailer, dal 2019 di proprietà di Signa Gruppe, prevede di modernizzare approfonditamente i 77 negozi rimanenti nei prossimi tre anni, in modo che diventino «un punto di incontro popolare nei centri città». Galeria vuole offrire strutture di ristorazione, negozi di cucito, tintorie e altri servizi per i cittadini. L’idea del management, guidato da Miguel Müllenbach, è rendere le filiali più connesse, ma anche autonome e focalizzate sulle esigenze locali e regionali.
A mettere in crisi l’azienda pare non sia stato soltanto il Covid, ma anche l'immagine "polverosa" dei negozi, oltre alla propensione ad acquistare nei centri commerciali e online. I rincari dell'energia e l’inflazione avrebbero peggiorato le cose. Galeria Karstadt Kaufhof aveva presentato la prima istanza di fallimento nel 2020, situazione che aveva portato alla chiusura di 40 punti vendita e al taglio di 4mila posti di lavoro.
A fine 2022 la società di consulenza strategica aziendale Bbe ha ipotizzato che c'è spazio per meno di 100 grandi magazzini sul territorio tedesco. Più drastica un'analisi del settimanale Immobilienzeitung, in base alla quale solo 30 grandi magazzini su 131 hanno prospettive rassicuranti. Tutti gli altri mostrano qualcosa di cui preoccuparsi.