Nella classifica 2021 di Brand Finance, che ogni anno calcola il valore dei 50 maggiori marchi di abbigliamento e accessori, non ci sono sorprese nella top ten: i nomi restano gli stessi, ma in alcuni casi si scambiano le posizioni.
Nike resta in testa alla graduatoria - che si basa sul valore economico dei brand, tenendo conto dell'immagine e della reputazione - ma per la prima volta registra un -12,5% nel valore e si deve accontentare di una valutazione di 30,4 miliardi.
Gucci, nonostante una perdita dell’11,5% - in seguito anche a un indebolimento del marchio - e un valore di 15,6 miliardi di dollari, rimane al secondo posto nella classifica dei brand ordinati per valore.
In generale i 50 top brand dell’abbigliamento mondiale, dopo quattro anni di ininterrotta crescita, mediamente hanno ceduto anno su anno l’8% di valore finanziario del trademark. Tra questi, i player del lusso e quelli di fascia medio alta hanno perso rispettivamente il 10% e il 13%.
Fila, ormai sudcoreano, grazie a un incremento di valore del 68%, con un valore pari a 2,7 miliardi di dollari è la label dell’abbigliamento che è cresciuta maggiormente anno su anno.
Fra i top performer c’è anche Valentino, che negli scorsi anni aveva perso notevole valore. Quest’anno il brand Valentino, grazie a un incremento del 17,5%, rientra in classifica al 45esimo posto, con un valore pari a 1,67 miliardi di dollari.
Oltre a Valentino, Armani è l'unico italiano in crescita: rispetto allo scorso anno ha aumentato il valore del brand del 6,9%, il che ha consentito ad Armani di guadagnare quattro posti nella classifica dei brand ordinati per valore, diventando 39esimo.
I brand Usa, francesi e italiani continuano a essere quelli di maggiore peso nella classifica, dove il valore dei 16 marchi americani pesa il 28%, dei sette francesi il 23% e dei sette italiani il 12%.
Gli italiani e i francesi appartengono al settore lusso, gli statunitensi quasi tutti al casual. «La superiorità dei luxury brand d'oltralpe emerge molto chiaramente dall'analisi - spiega Massimo Pizzo, managing director Italia di Brand Finance -. Il valore medio dei marchi di lusso francesi infatti è 9,2 miliardi di dollari, quello degli italiani di 4,6 miliardi. La grande differenza di valore dipende dalle dimensioni e non da una maggiore forza dei francesi nell'influenzare le scelte dei consumatori».
«Per ridurre il gap finanziario con i francesi - continua Pizzo - i brand italiani dovrebbero cercare di batterli sul campo della capacità di influenzare i consumatori, seguendo gli esempi di Moncler e Gucci».