Il Consorzio Cuoio di Toscana ha ufficializzato il proprio impegno nella sostenibilità attraverso un Sustainability Statement, che definisce le best practice delle sette società consorziate.
Si precisa, innanzitutto, che il cuoio è una risorsa 100% naturale, rinnovabile e di recupero. Infatti viene trasformato uno scarto dell'industria alimentare, altrimenti destinato allo smaltimento, in un materiale di qualità, simbolo dell'alto artigianato made in Italy.
Non si uccide nessun animale al solo scopo di usarne la pelle, nel segno dell'animal welfare e della tracciabilità. Il pellame proviene da allevamenti non intensivi, con metodi di macellazione cruelty free.
Quanto alla concia vegetale, i materiali d'elezione sono organici, come tannini, estratti dalle piante di castagno, mimosa e quebracho. La lavorazione risulta esente da metalli, a tutela dei consumatori e dell'ambiente, mentre la pelle è più duttile, sicura per la salute e resistente.
Gli scarti organici prodotti dalle prime fasi di lavorazione sono recuperati: si sottrae in questo modo al ciclo dei rifiuti una materia organica ricca di proteine e amminoacidi, che possono ancora servire nelle industrie alimentare, farmaceutica e nutraceutica.
Tra l'altro, nelle coltivazioni i fertilizzanti naturali e biostimolanti elaborati dagli scarti conciari riducono da un lato l'uso di agrofarmaci e, dall'altro, rendono più fertile il terreno.
Quanto alle acque di scarico derivanti dal processo industriale, prendono la via di depuratori centralizzati presenti in Toscana.
Le fonti energetiche per il fabbisogno termico delle concerie sono rappresentate da gas naturali e altri combustibili fossili. In parallelo, aumenta l'utilizzo di energie rinnovabili.
Infine, tutte le aziende del Consorzio sono chiamate a supportare valori di etica sociale e a tutelare i lavoratori.
«La sostenibilità non è un racconto, ma una certificazione. Cuoio di Toscana si impegna da garantire il rispetto dell'ambiente. L'industria del cuoio da suola conciato al vegetale è sostenibile a partire dal suo dna: un esempio virtuoso di economia circolare e un'arte antica, che già dal 1841 assisteva alle prime attività per la concia della pelle sul territorio», commenta Antonio Quirici (nella foto), presidente del Consorzio, le cui quote di mercato sono pari al 98% per quanto riguarda l'Italia e oltre l'80% in Europa, rappresentando di fatto l'intera supply chain di questo pellame.
I sette membri di Cuoio di Toscana hanno messo a punto un kit di tracciabilità, destinato a clienti e partner: una pellicola protettiva brandizzata, da applicare sul loro prodotto.