VENICE SUSTAINABLE FASHION FORUM

Il neo-ministro Urso: «Focus su riduzione degli sprechi, tutela dei lavoratori e reshoring»

Adolfo Urso, neo-ministro delle Imprese e del Made in Italy, ha scelto il Venice Sustainable Fashion Forum per la sua prima uscita come esponente del governo, attraverso un intervento video.

«Made in Italy - ha affermato - è il marchio che a livello internazionale sempre più contraddistingue l’eccellenza e la qualità. La sostenibilità del sistema moda è importante per capire come possa aggiungere altri elementi di eccellenza. Per noi si tratta di un elemento fondamentale, perché dobbiamo essere all’avanguardia nel sistema europeo e occidentale».

Urso ha parlato in apertura della tavola rotonda Come accelerare un’economia sostenibile della moda all’interno del primo summit internazionale dedicato alla sostenibilità nel settore, sottolineando che «occorre distinguerci per dare maggiore aggiunto» e precisando: «Serve consapevolezza per il rispetto dell’ambiente e le scelte etiche, che vanno dalla riduzione degli sprechi alla tutela dei lavoratori. Non dimentichiamo che ogni anno nel mondo si producono circa 150 miliardi di capi di abbigliamento: il 20% di questa porzione resta invenduto e meno dell’1% viene riciclato, senza contare che il comparto contribuisce al 10% delle emissioni di gas serra».

Il ministro ha sottolineato che «uno sforzo del sistema Italia su riciclo, riduzione degli sprechi e diminuzione dell’uso di energia sarebbe apprezzato dal consumatore più attento». «È possibile - ha proseguito - riflettere sull’opportunità di reshoring anche nelle produzioni globali, come la moda».

«Ricordiamoci - ha concluso - che se il made in Italy viene identificato globalmente con un prodotto ben fatto, di eccellenza e di qualità, come in nessun altro Paese al mondo, è a sua volta un fattore trainante dell’economia nazionale, in primis del turismo».

Il summit, organizzato da Sistema Moda Italia e Camera Moda in collaborazione con The European House Ambrosetti e Confindustria Venezia, vede come tema chiave della seconda e ultima giornata The Values of Fashion, ossia otto tematiche "di valore" per individuare nuovi percorsi virtuosi: Harmonise (armonizzare i nuovi modi di interpretare la sostenibilità); Educate (guidare il cambiamento); Think (progettare in accordo con i principi dell'ecodesign); Measure (abilitare il miglioramento continuo delle prestazioni); Re-Make (focalizzarsi sull'economia circolare); Create (riflettere sull'evoluzione dei valori sociali); Make (potenziare la collaborazione nella filiera); Make (it happen) (gestire il cambiamento mediante l'innovazione sostenibile).

«Abbiamo scelto il titolo The Values of Fashion - ha spiegato Sergio Tamborini, presidente di Smi - perché è importante che la moda continui a parlare di valori per l'industria e di misurazione dei progressi fatti, per affrontare le sfide future. L'Europa ci detta le regole e chiede di essere responsabili: il nostro tessuto produttivo è straordinariamente forte per accettare e vincere questa sfida sostenibile». Tamborini ha ricordato l'impegno di Smi per la circular economy: sotto la lente, soprattutto nell'ultimo biennio, il riciclo e la responsabilità estesa del produttore, temi cardine del consorzio Retex.Green, lanciato a gennaio 2022.

Il forum è stato anche l’occasione per approfondire il progetto Re.Crea, un consorzio fondato nell’agosto 2022 dai gruppi Dolce&Gabbana, MaxMara Fashion Group, Moncler, Otb, Prada e Zegna, con il coordinamento di Camera Nazionale della Moda Italiana, per gestire il fine vita dei prodotti del tessile-moda e per promuovere la ricerca e lo sviluppo di soluzioni di riciclo innovative. Il consorzio intende rispondere tempestivamente alla direttiva europea sulla “Responsabilità Estesa del Produttore in Materia di Rifiuti Tessili” (EPR-Extended Producer Responsibility) e alla normativa nazionale di attuazione, in fase di definizione e coordinata dal Ministero della Transizione Ecologica.

Le sei aziende fondatrici del Consorzio sono aperte ad accogliere altre eccellenze della moda. In più stanno valutando partnership sia con eccellenze italiane, in ambito produttivo e di ricerca e sviluppo, sia con istituzioni accademiche internazionali per la ricerca legata alla sostenibilità e all’innovazione.

«Ringrazio i brand che con generosità continuano a fare sistema su un tema cruciale per la nostra industria - ha detto Carlo Capasa, presidente di Cnmi e del Consorzio Re.Crea -. La gestione dell’intera vita dei prodotti è misura del senso di responsabilità che ogni produttore deve avere dal momento in cui crea un capo. È bello che dai grandi marchi dell’alta qualità associati a Cnmi parta un messaggio che sarà centrale per il futuro della moda».

A cura della redazione
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