Un'audience di un migliaio di addetti ai lavori registrati ha seguito ieri sera su
Zoom il talk dedicato al lancio di
Milano Loves Italy, sinergia tra i player del fashion - con anche la nostra testata in prima linea - e le istituzioni per rilanciare durante la settimana della moda di settembre una città vitale per il settore e per l'economia italiana, messa a dura prova dal Covid-19.
Qualcosa di buono l'epidemia l'ha portato: la voglia di fare sistema in un comparto solitamente dominato dall'individualismo. Non a caso, per l'iniziativa sono stati scelti gli hashtag
#insiemesiamopiuforti e
#iovadoamilano.Presentato da
Fashion (media partner di Milano Loves Italy) e condotto dal nostro direttore
Marc Sondermann, il webinar ha fatto il punto sulla nuova intesa nata da
White, organizzatore dell'omonimo importante salone della moda contemporary e delle Pmi, e da
Best Showroom, neocostituita associazione tra le più valide showroom milanesi, che raggiungerà presto le 100 adesioni e fa parte di
Confcommercio. Anche
Cbi-Camera Buyer Italia è scesa in campo, senza contare il supporto di
Palazzo Marino, della
Regione Lombardia e di
Camera Moda.
La "community" d'eccellenza che sta facendo crescere Milano Loves Italy è dunque sempre più numerosa, come ha ribadito la levatura degli interventi di ieri. Il primo a prendere la parola è stato
Carlo Capasa, numero uno di Cnmi, che ha assicurato: «Noi ci saremo e faremo la nostra parte, perché magari dovremo fare a meno dei compratori asiatici e statunitensi, ma sull'Europa siamo più ottimisti. Metteremo in campo eventi fisici e una piattaforma virtuale sempre più forte, grazie a partnership con realtà come il
New York Times e
Tencent». «Il momento è difficile, inutile negarlo - ha aggiunto - ma gli acquisti, che oggi sono al rallenty, vanno stimolati con un'energica prova di forza: dobbiamo remare insieme, creativi, istituzioni e imprenditori. Ognuno deve dare il meglio di sé, perché il rilancio passa attraverso il bello, il nuovo e l'intelligenza delle scelte».
Massimiliano Bizzi, patron di White, ha descritto Milano Loves Italy come un vero movimento, che sta aggregando le migliori showroom, le istituzioni e, non ultimi, gli imprenditori. «Una fashion week scialba, con pochissime aziende, Milano non se la può permettere - ha affermato -. Questo è il momento di innovare, come mai abbiamo fatto negli ultimi anni. Si tratta di avere fiducia, coinvolgere le aziende e muovere i finanziamenti».
«Il digitale è strategico - ha precisato Bizzi - ma il salone fisico avrà un ruolo fondamentale nella ripartenza. Per questo tengo particolarmente al White di settembre. Occorre un atto collettivo di coraggio, da parte nostra ma anche dei brand e degli imprenditori, gettando il cuore oltre l'ostacolo. Grazie alle intese con Best Showroom e con
Ice i marchi avranno più visibilità da un lato e, dall'altro, i compratori italiani e anche esteri non mancheranno. Stiamo lavorando per ricostruire una città viva, che reagisce, con eventi nei negozi sul modello della settimana del design. I buyer vanno dove vanno gli imprenditori».
Gigliola Maule è partita nel suo discorso dalla piattaforma digitale lanciata da Best Showroom, associazione fondata insieme a
Francesco Casile,
Mauro Galligari,
Elisa Gaito e
Giulio di Sabato. «Abbiamo creato online una fashion house in piena regola - ha detto - realizzata insieme a uno sviluppatore specializzato in questo tipo di progetti,
Wx Italia. Una vetrina che a oggi è arrivata a 70 showroom e circa 1.000 brand, ma si tratta di numeri in costante aumento».
«Tuttavia - ha sottolineato - non sono pochi i clienti che amano il confronto fisico, vedere dal vivo i capi, toccarli con mano. Infatti, già in questo mese di luglio di appuntamenti in showroom ne stiamo avendo tanti. Ciò significa che l'appeal dei nostri spazi e della nostra città resta forte. Possiamo fare molto, con il contributo di tutti. Sono convinta che a settembre i buyer europei, oltre che italiani, verranno e probabilmente ci saranno pure parecchi russi. L'imperativo è investire su Milano e crederci fino in fondo: non c'è tempo da perdere».
Beppe Angiolini (consigliere di Cbi-Camera Buyer Italia), ha ribadito che il capoluogo lombardo è per sua natura glamorous, «ma non va dimenticato che rappresenta anche un fondamentale hub di business. Deve tornare a essere la città dove si concludono gli ordini: già da prima del Covid tendevamo ad aspettare Parigi per farlo, ma ora è importante che Milano si riappropri del ruolo che le spetta. È da qui che parte tutto e sono d'accordo nel pensare per settembre uno scenario ispirato al
Salone del Mobile, mosso e creativo. Milano sarà pronta ad aprirsi al mondo e con questo intendo anche ai marchi emergenti».
Antonio De Matteis (ceo di
Kiton) si è espresso a nome dell'industria. «Milano ci ha dato tanto - ha osservato -. Esserci è innanzitutto un dovere. Noi dal 2008 presentavamo la pre-collezione a Napoli, ma stavolta abbiamo scelto, non a caso, il capoluogo lombardo. Siamo orgogliosi di essere napoletani, ma soprattutto italiani. Milano adesso è una città ferita, che ce la sta mettendo tutta per rialzare la testa e noi non possiamo che dare una mano. Lo dico da imprenditore: aiutiamo i compratori a venire a Milano. Purtroppo dobbiamo rimboccarci le maniche da soli, visto che il governo ancora non ha ben capito quanto vale il settore moda e cosa comporti per aziende come le nostre aver perso una stagione di vendita, senza contare le incognite future. Dalla crisi usciremo in un anno e mezzo, forse due, ma il momento di rimettersi in carreggiata è adesso».
Riccardo Sciutto, ceo di
Sergio Rossi, ha definito il Covid una tempesta perfetta, da cui non bisogna fuggire ma che va accolta per cambiare. «Ci vuole audacia ancora prima che coraggio - ha affermato - ma io, come altri, non posso fare altrimenti, essendo a capo di una fabbrica che ogni giorno sforna 1.000 paia di scarpe. Bisogna investire su quella che chiamo "phygitalità", digitale e fisico insieme. In quest'ottica ho voluto dare un segnale preciso, aprendo il 20 maggio un punto vendita in via Montenapoleone».
«Non facciamo come Londra, che ha mandato in scena una finta fashion week - ha concluso Sciutto -. Dovremo approcciare la nostra settimana della moda di settembre come si fa in cucina: stessi ingredienti, ma con un tocco in più. Non aspettiamo che arrivi qualcuno dal cielo ad aiutarci».
L'ultima parola è spettata a
Monica Sarti, esponente dello storico marchio
Faliero Sarti. «Mai come in questo momento - ha osservato - ci siamo sentiti tutti italiani. È fondamentale essere uniti ed essere insieme a Milano. Puntare su noi stessi è quello che dobbiamo fare, tenendo presente che il lockdown è stato una prova durissima, con conseguenze pesanti, ma che il mondo va avanti. Per questo vanno lasciati da parte gli individualismi, in modo da reinventarci, partendo da realtà piccole come la nostra. Come si suol dire, l'unione fa la forza e non dimentichiamo mai che siamo un gran Belpaese. Se torna Milano, torna l'Italia» (nella foto, Marc Sondermann e Massimiliano Bizzi durante il talk).
a.b.