Complici la voglia di tornare a contatto con la natura e la crescente attenzione alla sostenibilità, il settore outdoor attraversa una fase di rilancio. Nel 2021, come riporta l’associazione European Outdoor Group, le vendite di prodotti legati a questo settore sono aumentate del 18,7% in valore (+27% solo in Italia), guidate da abbigliamento e calzature.
Il fatturato dell’industria degli articoli sportivi, dell’abbigliamento e delle attrezzature per professionisti e amatori ha raggiunto un giro d’affari di 13 miliardi di euro (dato Assosport), crescendo nel 2022 del 4,7% (dato Cerved).
Uno studio di Deloitte e OutDoor by Ispo evidenzia come i consumatori siano ancora legati al punto vendita fisico (preferito dal 66%), dove possono provare capi e accessori e ottenere una consulenza personalizzata, mentre il restante 34% che opta principalmente per l’online lo fa per una questione di comodità, prezzi, ampiezza dell’offerta e possibilità di ricevere velocemente quanto ha ordinato.
Ma come fa notare Mauro Davalli (nella foto sotto), country manager Eastern and Southern Europe di Cegid - uno dei principali fornitori di soluzioni di gestione aziendale cloud per il retail, la finanza, le risorse umane, i Cpa e i settori imprenditoriali -, «il comparto sembra non aver ancora abbracciato completamente il digitale e, per rispondere a un target esigente, non può che entrare in una strategia omnichannel».